Pippo, tifosi e fiducia: la ricetta per diventare il torero rossonero

In un Milan che segna tanto c’è però un giocatore che non ha brillato in questo inizio di stagione, un giocatore che doveva essere la perla prezioso di questo diamante grezzo tra le mani di Inzaghi. Parliamo ovviamente di Fernando Torres.

Sono passati quasi 50 giorni dal suo arrivo a Milanello: l’entusiasmo dei tifosi è ancora altissimo, lo spagnolo è un giocatore determinante e dalle qualità indiscusse che però deve ancora entrare nei meccanismi rossoneri. Dopo l’ottima prova e il bellissimo gol di Empoli il Niño si è incanalato in due partite scialbe, senza squilli, contro Cesena e Chievo. In tutte e due è partito titolare ma non è riuscito a graffiare, isolato tra i due centrali avversari. A suo discapito va detto che non gli sono arrivati molti palloni giocabili, ma l’ex Chelsea è comunque apparso un corpo estraneo. Tutto normale, l’infortunio di inizio campionato ha rallentato la sua preparazione e un periodo di adattamento va concesso a tutti. Inzaghi ripone grande fiducia in lui, il Milan ha due centravanti e non può permettersi di non utilizzarne neanche uno, anche se le cose migliori a livello di gioco si sono viste con il falso nueve  Menez che può spaziare in maniera ‘anarchica’ per tutto il campo. Due prestazioni buie non possono cambiare il giudizio e la stima che società e allenatore hanno in lui. Dopo la sosta ci saranno assolutamente altre chance, a partire dalla prossima trasferta del Bentegodi contro l’Hellas.

Torres ha promesso gol, tanti gol, per riportare il Milan in Champions. E’ arrivato il momento di tradurre in pratica le parole. Più passa il tempo più gli alibi si avvicinano allo zero. Mourinho lo ha benedetto come uomo e come calciatore, Inzaghi gli ha mandato un sms, lo aspetta ancora più carico e affamato di prima. Ogni gara come una corrida, il Milan attende il suo attaccante che non vede l’ora di esultare scivolando come un torero sotto i suoi tifosi.

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