Avversario più esigenze, Pippo (ri)pensa ad un Milan forza 4-2-3-1

L’infortunio di De Jong, ha costretto Filippo Inzaghi a rivedere i suoi piani per il derby. Scegliere quali giocatori schierare diventa quasi superfluo se non è chiaro quale modulo mettere in campo. Nell’ambiente Milan ha iniziato a prendere corpo l’ipotesi concreta che contro l’Inter si giocherà con il 4-2-3-1, per il modulo degli avversari ma soprattutto per esigenza d’organico. Mancini schiererà quasi sicuramente il 4-3-1-2 con la variabile Kovacic, il croato sarà sotto i riflettori perché chiamato a fare la differenza nell’attacco nerazzurro. Come anticipato, De Jong e Montolivo non saranno della partita o comunque non saranno pronti per essere gettati nella mischia sin dall’inizio.

Per comprendere al meglio come si è giunti a questo cambio di modulo, è necessario analizzare punto dopo punto le scelte di Inzaghi. Nelle ultime gare, il tecnico rossonero ha schierato un classico 4-3-3 con De Jong davanti alla difesa ed affiancato, ad alternarsi, da Poli, Essien, Muntari, Saponara e Bonaventura. L’infortunio dell’olandese toglie così il perno centrale alla mediana del Milan, un uomo davvero difficile da rimpiazzare: nessuno in rosa ha le stesse caratteristiche del numero 34 milanista. In una sfida tanto importante, non c’è spazio per fare esperimenti in una zona così nevralgica del campo: per questo motivo, la soluzione del 4-2-3-1 rimane quella più probabile per la sfida contro i cugini nerazzurri.

La scelta del modulo è quasi vincolata. Le condizioni di Abate sono da valutare, Bonera è squalificato, Armero è sparito e per questo Poli potrebbe essere dirottato sulla fascia destra. Van Ginkel ed Essien non convincono, nonostante quest’ultimo abbia qualche possibilità di essere schierato accanto a Muntari davanti alla difesa. Saponara e Bonaventura hanno una certa propensione a spingersi in avanti, difficile quindi che possano ricoprire un ruolo d’interdizione. Più facile che vengano schierati nei tre davanti alla probabile coppia di mediani ghanese. Il gioco del Milan diventa così estremamente offensivo, senza paura. I rossoneri non staranno certo a guardare ed aspettare: in fondo, la miglior difesa è sempre l’attacco.

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