Caro e pieno di pretese, al di là del “Berlusconi”: così non van Ginkel

Arianna Sironi è nello staff di SpazioMilan.it dalla sua nascita, l’8 marzo 2011, ed è una delle prime firme del sito. Ha condotto con il vicedirettore Daniele Mariani “Milan Time”, un’ora di notizie rossonere nel  pomeridiano di Radio Milan Inter (96.1 FM e canale 288 del DTT).

Lavoro, dedizione per la causa e una buona dose di umiltà che spinge a migliorarsi, sempre. Caratteristiche queste che hanno contraddistinto Inzaghi calciatore, ma che in breve tempo sono diventate un diktat anche nei suoi primi anni in panchina. Ecco perché lo sfogo dell’agente di van Ginkel, probabilmente concordato con Chelsea e il diretto interessato, non avrà sicuramente fatto breccia nel cuore di Pippo che ha sempre parlato di sudore, non di titolarità ad honoris.

“Non è venuto a Milano per fare panchina e questo è contro ogni logica. Se la situazione non dovesse cambiare, il Chelsea potrebbe richiamarlo già a gennaio“. Karel Jansen non ci sta, sbotta e fa gli interessi del suo assistito: ma a che pro? Quelli del Milan e di un futuro rossonero non di certo. I primi approcci del centrocampista olandese non sono stati indimenticabili, ricordate la fatica che fece Galliani per convincerlo a sposare la causa? Ben consapevole del momento poco glorioso che si sta attraversando in via Aldo Rossi, il 22enne aveva fatto di tutto per convincere Mourinho a dargli una chance a Londra. Obiettivo fallito e allora via col ripiego, al Milan in prestito e con una clausola salata.

Se van Ginkel non dovesse arrivare a quota 20 partite, ci sarà da versare la bellezza di 400 mila euro nelle casse dei londinesi. Una cifra stabilita in estate, che rischia alla lunga di diventare una gabbia per Inzaghi. Fin qui per il giovane olandese solo 30 minuti, un infortunio serio e tante, troppe pretese. La buona prova di ieri durante il Trofeo Berlusconi contro il San Lorenzo, non giustifica questo atteggiamento. Ridimensionati e senza obiettivi sì, ricattati dagli stessi uomini che stanno deludendo: no, grazie!

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