Il problema non è lui

Sta facendo male, non segna, non crea occasioni pericolose e nell’ultimo derby ci sono stati anche i primi fischi al momento della sua sostituzione. Parliamo ovviamente del giocatore più discusso in questo momento al Milan, Fernando Torres.

Le critiche che gli sono state mosse possono essere condivisibili, anche rispetto allo stipendio da top player (4 milioni all’anno) che percepisce ma le colpe non sono solamente sue. Le partite migliori il Milan le ha fatte all’inizio, con Lazio e Parma (e negli ultimi minuti contro l’Inter), con il falso nueve. Nelle gare in cui la squadra si è chiusa ed è potuta ripartire in contropiede sono arrivati punti e sprazzi di bel gioco ma il modulo che ha portato determinati risultati non prevede il centravanti classico. E’ un modulo fatto per verticalizzare e per sorprendere gli avversari con le ripartenze, non per andare sulle fasce e mettere cross in mezzo. Così, per Torres diventa davvero difficile. Vero anche che un giocatore come lui, della sua caratura internazionale, le occasioni dovrebbe crearsele da solo, e non aspettare per forza la palla perfetta dentro l’area. Sta di fatto che questo Milan gioca meglio senza punte ed è abbastanza un paradosso visto che l’allenatore è stato uno degli attaccanti più forti e prolifici degli ultimi vent’anni. La stessa storia potrebbe essere trascritta anche per Pazzini. Usiamo il condizionale perché l’11 rossonero ha davvero giocato con il contagocce, ma viste le sue caratteristiche immaginiamo faccia fatica anche lui senza palloni giocabili. Andando sempre in verticale e senza mai provare a sfondare dalle fasce, diventa difficile per il Niño, per un rapace degli ultimi sedici metri come lui, rendersi pericoloso. La stessa cosa, senza voler paragonare i due giocatori, succedeva l’anno scorso con Matri, che fu etichettato come brocco, quando invece sia alla Juve che quest’anno al Genoa sta dimostrando che giocando in un certo modo la porta la vede eccome.

La squadra quindi, così come è impostata, non gioca per Torres e lo spagnolo, che ha 30 anni ed è inevitabilmente anche in una fase discendente della carriera, farà sempre più fatica ma l’accanimento nei suoi confronti non ha tenuto conto degli alibi tattici e di manovra. Un solo gol per lui fino a questo momento, contro l’Empoli, segnato, guarda caso di testa e guarda caso dopo un cross dalla destra.

Il problema dell’attaccante non è di facile soluzione, Inzaghi dovrà trovare il modo per far convivere i tanti trequartisti e mezze punte con l’attaccante, perché rimane difficile pensare che si possa andare avanti tutta la stagione senza un riferimento in avanti. Ai rossoneri servono i gol delle loro prime punte, contro l’Udinese dovrebbe esserci la tanto chiesta chance per Pazzini dal primo minuto. Cambiare gioco per concedere più opportunità all’ex Chelsea, sembra essere questa la nuova mission di Super Pippo, che con il numero 9 sulle spalle ha esultato centinai di volte.

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