Attacco a digiuno e senza un bomber, servirebbe un Inzaghi…

Un paradosso, un bisogno. Al Milan manca un Inzaghi. Lo scrive stamane La Gazzetta dello Sport, analizzando a più non posso la sconfitta con il Genoa. Una dimostrazione di debolezza, una prestazione minuscola. La difesa ha retto bene nella prima frazione, ma l’ennesima, colpevole e soprattutto decisiva distrazione su palla inattiva ha rovinato tutto. La mediana non ha mai cambiato passo. E in attacco?

Alla squadra di Pippo serve quel “compagno” che ha reso proprio la sua carriera così unica, vincente e gloriosa. Menez (ieri, sullo 0-0, ha avuto sui piedi una palla d’oro da insaccare, sprecata da un debole squillo bloccato da Perin) non è un goleador, la gioia personale di El Shaarawy con la Samp (i famosi 4 mesi del 2012 sono ormai un ricordo) rischia di essere un caso, Honda si è spento, Torres e Pazzini non si vedono. Quando non gioca o gioca male, il Milan non vince. L’equazione ha una conseguenza logica ma in ogni grande squadra che si rispetti, o comunque se si vuole davvero ambire ad un terzo posto, è necessario quel giocatore in grado di risolvere i problemi da solo, un bomber senza scadenza. Un Inzaghi, appunto. In zona offensiva, evidenzia la Rosea, il Milan non riesce a fare la differenza come ad inizio stagione, se non a singhiozzi (vedi l’Udinese): ora anche i numeri del “miglior attacco” sono finiti nel cestino (superati da Juve, Roma e Napoli, pareggiati dalla Lazio).

Basterebbe forse il vero Fernando Torres per migliorare le cose, rimasto in panchina fino alla fine per la seconda gara di fila. Un caso? Proprio l’opposto, una scelta precisa. Per caratteristiche può essere l’elemento chiave, però questa gestione dello spagnolo rischia di essere la strada sbagliata.

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