Menez, numeri da genio. Torna a Roma per dimostrarsi un leader

Tornerà nella sua Roma, da avversario. Dal 2008 al 2011 i giallorossi lo hanno fatto conoscere alla Serie A, adesso gioca nel Milan ed è atteso dall’esame finale per dimostrarsi maturo, non solo decisivo. Oggi La Gazzetta dello Sport ripercorre i passi in carriera e riscrive i numeri da leader del presente a Milano del francese.

La storia. Menez arrivò a Roma a 21 anni dal Monaco, allora Pradé lo pagò 11 milioni e ne rimase così affezionato che l’anno scorso provò a riprenderlo invano alla Fiorentina. L’ambientamento non fu immediato: carattere non facile, bizzoso e incostante, anche se ci mise poco lo stesso a fare vedere magie in campo. Nove le realizzazioni, due al Milan. All’inizio venne preso come prima punta ma presto venne spostato come esterno, l’arrivo di Luis Enrique ha coinciso con il suo passaggio al PSG (costato nove milioni). Infine, la scadenza di contratto in estate più il successivo passaggio in rossonero a parametro zero, preteso in prima persona da Filippo Inzaghi. Adesso Jeremy sta davvero volando, un attaccante da primato: più conclusioni verso la porta (16), più pericoli creati (19), nettamente più dribbling (33), sopra Honda (18) ed El Shaarawy (13), più passaggi effettuati nella trequarti offensiva avversaria (238). Medie da urlo.

Menez ha segnato già 8 gol, superando il suo stesso record personale di 7 reti siglato con Monaco e PSG. Il traguardo della doppia cifra è lì ad un passo. E magari lo raggiungerà proprio a Roma, nella città dei sette Re (come il numero di maglia, la data di nascita, sua e di sua figlia). L’esame finale per dimostrarsi non solo genio e un po’ follia ma soprattutto leader di una squadra.

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