Basta entusiasmo, solo realismo

Neanche il più pessimista dei tifosi avrebbe potuto prevedere un inizio di 2015 peggiore di questo per il Milan. A parte il lumino del passaggio del turno della Coppa Italia il resto è buio totale. Un punto in tre partite in campionato, contro Sassuolo, Torino e Atalanta, due sconfitte consecutive a San Siro e il terzo posto che si allontana, forse definitivamente, a sette punti.

Il ritorno nell’Europa che conta dovrà aspettare anche questa stagione. Questa squadra non è pronta per competere per la terza posizione, ormai è assodato, anche se si continua a sperare in questo salto di qualità che non ci potrà essere, come dimostrato dalle ultime uscite. Anche il tecnico ormai non sembra più avere in mano il gruppo che invece a inizio anno sembrava spinto dalla fame e dall’entusiasmo del suo mister. Nella settimana in cui si è parlato quasi e solo esclusivamente di attaccanti rimpianti, Torres, presenti, Pazzini e possibili futuri, Destro, il Diavolo è sceso in campo ancora una volta con Menez falso nueve e con Cerci ed El Shaarawy ai lati. Vero che il Pazzo è entrato nella ripresa e non ha dato quella scossa che ci si aspettava ma contro squadre chiuse in casa serve qualcuno che dia profondità e che sia presente in area di rigore.

La prestazione del francese è stata a tratti irritante, suo il pallone perso in occasione del gol di Denis e sue molte giocate non riuscite perché fatte con leggerezza. Il problema è che quel poco di buono che il Milan ha costruito fino adesso è dovuto quasi solo grazie alle giocate dell’ex Roma, che quindi è imprescindibile per questa squadra. Quando non gira però i risultati sono questi. Realismo, questa squadra non può costruire e imporre il suo gioco, neanche contro formazioni sulla carta inferiori.

E’ il momento di rivedere gli obiettivi stagionali, di preferire il pragmatismo ai proclami. Liberare la mente dal terzo posto e concentrarsi partita dopo partita, puntando fortissimo sulla coppa nazionale, trofeo che garantirebbe l’accesso all’Europa League. Dovevano essere nove punti per iniziare il girone di ritorno contro la Lazio in pompa magna. La prossima gara all’Olimpico doveva essere uno spareggio Champions, dovrà essere invece una gara accorta e concentrata contro una squadra ferita e più avanti in classifica. Un girone fa iniziava l’avventura di Pippo in panchina, faceva caldo, lo stadio era pieno, l’entusiasmo era dilagante e arrivavano tre punti che facevano ben sperare. 19 partite dopo la situazione è drammaticamente opposta e dopo la sconfitta di oggi si fatica a intravedere una luce in fondo a questo tunnel quasi infinito…

Impostazioni privacy