Alessandro Jacobone in: “Inzaghi da teatrino di provincia. Ora servirebbero solo silenzio, umiltà e sincerità”

Ci sono momenti in cui tacere sarebbe la soluzione migliore. Saremmo lo stesso arrabbiati e delusi ma riusciremmo a metabolizzare il tutto diversamente. L’umiltà e lo sguardo basso, condito da dure ma sincere verità, non modificherebbero la realtà, ma spingerebbero tutti a prendere atto della situazione metabolizzandola in nome del nostro amore per il Milan. Intervallate dalla visita del venerdì e le rassicurazioni dell’AD senza portafoglio, arrivano puntualmente invece le bizzarre conferenze stampa dell’allenatore rossonero Pippo Inzaghi. Come se i tifosi non avessero gli occhi, o meglio fossero tanto Non Evoluti da non aver pensieri propri, i post partita delle partite del Milan si stanno trasformando in tragicomiche gag da teatrino di provincia che non fanno però ridere nessuno. Pensavo di aver buttato alle spalle le irritanti conferenze stampa di Massimiliano Allegri. Al suo esonero infatti, mai avrei pensato di ritrovarmi nella stessa situazione con in panchina un idolo della caratura di SuperPippo. Eppure è cosi’, anzi peggio. Quanto mi pesa scrivere queste cose, non ne avete idea. Ma seppur mi abbia regalato serate magiche ed emozioni indescrivibili e per le quali provo ancora i brividi, lasciatemi gridare un sincero “Pippo, hai rotto le scatole”. Perso come un turista tedesco nella campagna toscana senza un navigatore, la confusione del mister sta sfiorando livelli difficilmente raggiunti in passato. Dopato dalle visite dell’allenatore di Arcore e dai ricordi delle vittorie impresse sui poster dei corridoi di Milanello, Pippo si lancia troppo spesso in dichiarazioni senza senso. O meglio, un senso lo hanno, rimanere attaccato alla panchina rossonera. Ma fino a quando potrà andare in scena questa commedia? E soprattutto, perché scalfire l’affetto dei tifosi nella ricerca di giustificare l’ingiustificabile? Che si vinca, si pareggi o si perda, ci si ostina nell’intravedere una crescita che sinceramente non vedrebbe neppure il protagonista di The Sniper, cecchino americano noto per saper colpire i nemici a distanze siderali. “i ragazzi hanno dato tutto”; “Si impegnano con dedizione tutta la settimana”; “Ricordiamoci da dove siamo partiti”; “Ho visto dei progressi e miglioreremo di sicuro”; “Riporteremo i tifosi a San Siro”. Frasi plausibili e comprensibili se dette dall’allenatore nelle prime dieci giornate di compionato. No. se diventate un tormentone degno di Leone di Lernia. Dominati su ogni campo e costretti ad affidarci alle giocate dei pochi giocatori dall’indiscusso talento, questo Milan ha bisogno di una tonnellata di sincera verità e non dichiarazioni degne da verifiche all’etilometro. “Contro l’Empoli tutti fanno fatica” suona di beffa. “Siamo anche sfortunati”, suona da sfigati. Sfigati, noi milanisti, non lo siamo mai stati. Neanche in Serie B, dove abbiamo vissuto con gioia, bel gioco e soprattutto tanta dignità. Quindi a Pippo consiglio di darci un taglio e riflettere seriamente sul da farsi. Se l’impegno in settimana è davvero tale, i giocatori danno il massimo ma puntualmente ogni domenica la squadra “scivola”, consiglierei meno “Ringrazio sempre il Presidente” ad ogni conferenza. Non vorrei che l’eccesso di saliva sul terreno, renda instabile l’equilibrio dei giocatori in campo. Vi aspetto su twitter @nonevoluto e su facebook alla pagina Milanisti Non Evoluti 2.0.

Alessandro Jacobone

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