Chievo: grinta e intensità, ma la fase offensiva…

Questa sera, alle 21.00, il Milan farà tappa al Bentegodi di Verona per affrontare il Chievo di Rolando Maran. Quintultimi in classifica, con quattro lunghezze di vantaggio rispetto al Cagliari terzultimo, i veneti, specie se affrontati tra le mura amiche, sono una squadra aggressiva e determinata a mettere in cantiere importanti punti salvezza. Insomma, quella contro i gialloblù, sarà una partita piuttosto difficile. Una partita in cui i ragazzi di Inzaghi dovranno fronteggiare un Chievo intenzionato a correre alla follia, a chiudersi, a metterla sulla fisicità e a tenere ritmi alti.

Punti di forza: l’intensità a centrocampo; le ripartenze.
Rolando Maran, che disporrà i suoi uomini con un 4-4-2 di stampo difensivo, farà il possibile per imbrigliarci in mediana e sulle fasce. Ecco allora che i quattro centrocampisti clivensi, abili in fase di non possesso e resistenti, metteranno in scena una prestazione mirata ad assicurare densità, interdizione, intensità, efficacia, contrasti vincenti, solidità, compattezza e protezione alla difesa, cercando a più non posso di trasformare l’azione da difensiva in offensiva, provando ad avviare azioni di rimessa. Azioni di rimessa che si svilupperanno in prevalenza dalle corsie laterali (grazie al lavoro degli esterni di difesa e centrocampo, presenti con regolarità in fase di spinta), che sono mirate a innescare le due punte, Riccardo Meggiorini e Alberto Paloschi, e che potrebbero risultare letali.

Punti deboli: la fase offensiva.
Con diciotto reti segnate in ventiquattro partite, il Chievo ha il peggior attacco del campionato. Quest’ultimo dato è dovuto al fatto che le punte clivensi, che si completano abbastanza bene ma evidenziano un rendimento un po’ altalenante, non sempre vengano servite al meglio. Eccezion fatta per Radovanovic, ordinato ma discontinuo, i centrocampisti clivensi, pur essendo soliti svolgere un buon lavoro in fase di contenimento e di non possesso palla, quando chiamati a fare gioco, a impostare e a proporre traversoni, spesso sbagliano passaggi semplici e propongono giocate telefonate, cervellotiche e prevedibili, risultando disordinati e imprecisi sotto l’aspetto tecnico. Inoltre, sul lungo andare, una volta esaurite le energie, i mediani gialloblù potrebbero calare, iniziare ad abbassarsi e a concedere spazi, esponendo a pericoli una coppia centrale esperta ma non sempre mobile e puntuale.

Giocatore chiave: Ivan Radovanovic.
Il centrocampista serbo, oltre a disporre di forza fisica ed esperienza, se la cava anche per senso del gioco e della posizione, abilità nella comprensione dello sviluppo delle azioni, qualità balistiche ed efficacia in fase di impostazione. Se fosse in serata, dal momento che sa abbinare tecnica e quantità e comandare al meglio i compagni di reparto, potrebbe rappresentare l’uomo in più della formazione di Maran.

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