Dal calcio al surf, la curiosa parabola dell’ex calciatore della Serie A

Quando si pensa a lui, il primo ricordo che sale alla mente è l’ormai celebre Derby di Milano terminato con un sonoro 6-0 in favore del Milan. Apprezzato dai tifosi rossoneri, un po’ meno da quelli interisti. Parliamo di Gianni Comandini, attaccante attivo in Serie A a cavallo tra gli anni 90 e 2000.

Dopo l’avventura rossonera, passò all’Atalanta per l’allora cifra record di 30 miliardi che rappresenta tutt’ora l’acquisto più caro nella storia dei nerazzurri di Bergamo. Al culmine della propria carriera, però, all’età di 28 anni decise di lasciare il calcio.

“L’ambiente era bello ed emozionante ma anche poco umano. Questo fu uno dei motivi che mi portò alla decisione di lasciare, non mi sentivo più a mio agio”. Queste le sue parole a Repubblica.

Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, Comandini si è dedicato alle proprie passioni.

Il surf è diventato il mio hobby, a differenza del calcio non ci sono regole, è uno sport che vuol dire libertà. L’avventura da dj? Era la mia passione la musica.

Grazie al calcio ho girato il mondo ma sempre in ambienti controllati, io avevo la curiosità di vedere cosa c’era fuori da questo ambiente. Compravo il biglietto per il volo, prendevo una guida e lo zaino e partivo, improvvisavo. Dormivo ovunque, anche negli ostelli o in spiaggia, ero quello che volevo. Sono stato in Brasile per sei mesi, Puerto Rico, Panama, un anno in Messico, in Australia, Fiji, Nuova Zelanda.”

 

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