Dall’aula di un tribunale al tetto del Mondo: 29 anni di Milan di Silvio Berlusconi

Dall’inferno al paradiso. Da una sperduta aula di un tribunale al tetto del Mondo. E’ la parabola del Milan di Silvio Berlusconi, che oggi compie 29 anni di gloriosa presidenza.

La storia tra Silvio Berlusconi e il Milan inizia negli anni 50, quando, ironia della sorte, il giovane Silvio, facente parte di una formazione oratoriale, sfida proprio i rossoneri in una partitella d’allenamento. E scherzo del destino, come racconta il giornalista Giuseppe Di Cera, Silvio dopo aver scartato un paio di avversari fa goal. Circa 35 anni dopo sarebbe diventato presidente del Milan. Nel 1986 Silvio Berlusconi rileva il Milan, attraverso Fininvest, da Giuseppe Farina e si circonda subito di due figure che diventeranno fondamentali per la storia rossonera: Adriano Galliani e Ariedo Braida, entrambi uomini di spicco della Monza dirigenziale. Il primo acquisto del presidente fu Dario Bonetti dalla Roma per finire ai giorni nostri con Paletta dal Parma, passando per Van Basten, Gullit, Shevchenko, Kakà e Ibrahimovic. Mentre il primo allenatore presenta origini svedesi, Nils Liedholm, l’ultimo il nostro Pippo Inzaghi. In mezzo tre garanti del bel calcio e di tanti successi: Arrigo Sacchi, Fabio Capello e Carlo Ancelotti, tutti voluti in primis dal presidente più vincente della storia: 8 Scudetti, 5 Coppe Campioni, 5 Super Coppe Europee, 5 Coppe di Lega, 2 Coppe Intercontinentali, 1 Mondiale per Club e 1 Coppa Italia.

Il primo successo dell’era Berlusconi arriva proprio con Arrigo Sacchi che vince il campionato 1897/88 con una squadra di campioni del calibro di Baresi, Donadoni, Ancelotti, Van Basten e Gullit. Quel Milan domina il panorama Europeo e Italiano per ben 10 anni, riuscendo a conquistare la bellezza di 3 Coppe dei Campioni e di 5 Scudetti, sotto la guida prima di Sacchi e poi di Fabio Capello. Dopo i suddetti anni d’oro i rossoneri si concedono 2 anni sabatici prima di tornare a vincere uno scudetto con Alberto Zaccheroni. L’allenatore più longevo dell’era Berlusconi è Carlo Ancelotti, 7 anni all’attivo al comando dei rossoneri e 2 altre Coppe dei Campioni portate in bacheca. Sotto la guida di Ancelotti il Milan ingaggia campioni e stelle del calcio Mondiale: da Ronaldo a Ronaldinho, da Kakà a Beckham, da Rivaldo a Rui Costa. Ma saranno insieme a Kakà, Pippo Inzaghi, Andriy Shevchenko, il capitano Paolo Maldini, Andrea Pirlo, il professore Clarence Seedorf e l’eterno Rino Gattuso a fare la differenza nel Milan Ancelottiano.

L’ultimo allenatore a regalare un successo al presidente Berlusconi è invece Massimiliano Allegri, che nel 2011 conquista Scudetto e Super Coppa Italia, circondato da una squadra con tanti campioni, due su tutti: Thiago Silva e Zlatan Ibrahimovic, entrambi venduti poi nell’estate del 2012 al PSG.

L’acquisto più oneroso dell’era Berlusconi è Manuel Rui Costa, prelevato dalla Fiorentina per 42 milioni di euro; mentre la cessione più remunerativa è quella che portò Kakà al Real Madrid per 65 milioni di euro. L’era Berlusconi ha portato infine 5 palloni d’oro: 3 Van Basten, 1 Shevchenko e 1 Kakà. Un’era che la famiglia Berlusconi, seppur con tutte le difficoltà di questi ultimi periodi, non vuole cessare. Del resto la mentalità vincente di questi anni è stata proprio figlia del presidente. Il Milan continua e per vincere ha ancora bisogno del suo condottiero, sperando che l’orizzonte sia lo specchio di tempi migliori.

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