Ecco i segreti di Diego Lopez: muro del Milan, rimpianto Real

#Diegoesmiportero. In Spagna l’hashtag dei tifosi del Real è tornato popolarissimo su Twitter. La voce del popolo, ad alto volume anche prima del recente errore di Casillas nel derby di Madrid, per un amore ancora vivo verso Diego Lopez. Il personaggio, e i suoi segreti, sono stati analizzati stamane da La Gazzetta dello Sport.

Sta parando qualsiasi cosa: per tenere blindata la porta e contribuire alla vittoria, per salvare il risultato o evitare la catastrofe (per esempio, è stato il migliore in campo nelle sconfitte con Palermo e Juventus allo Stadium). Solo sulle critiche al pessimo momento rossonero non riesce a farci nulla. L’operatività dello spagnolo splende grazie ai numeri: con 8 interventi su chiare occasioni da gol è fra i più decisivi dell’intero campionato, le 52 parate complessive sono invece il segnale dei frequenti solleciti a cui ha risposto positivamente. Nessuno come lui in rosa nella media voto. Al Milan, almeno in questo reparto, le cose funzionano: analisi dei video di ogni seduta, cura dei dettagli, il supporto tecnologico di Milan Lab e massima collaborazione con i colleghi e lo staff.

È un perfezionista, attentissimo al regime alimentare e interessatissimo al lavoro. Per qualsiasi cosa mi chiede: perché lo faccio?“. Le parole  sempre alla Rosea di Alfredo Magni, preparatore dei portieri del Milan (nella Fiorentina, per due stagioni di fila, fece di Frey l’estremo difensore meno battuto della Serie A), scelto da Inzaghi la scorsa estate per proporre un metodo di lavoro innovativo, chiudono l’opera d’arte: “Con Abbiati (fino adesso ha saltato nessun allenamento su 176) e Agazzi fanno da traino ai più giovani. Sono speciali – applaude Magni –, hanno creato un’alchimia magica“. Un gran signore, un acquisto perfetto: #Diegoesnostro.

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