Essien e Muntari connazionali spaesati: l’alibi è presto servito

Come SpazioMilan.it aveva anticipato, il fulcro dei possibili problemi contro la capolista Juventus sarebbe potuta essere l’abissale differenza di livello dei centrocampisti contrapposti: così è stato, senza se e senza ma. Poli girovago per il campo come sempre, Muntari defrauda la fascia da capitano con una prestazione tremendamente negativa, ed Essien che definire molle è fare un torto ai deboli di spirito.

Proprio dall’ex Chelsea ci si aspettava di più: una partita equilibrata che sarebbe dovuta scaturire dalla sua esperienza. A 32 anni ci può anche stare un cedimento dal punto di vista fisico, ma sta anche all’intelligenza maturata in anni di calcio far capire che al centro del centrocampo conta molto di più il senso della posizione che la rapidità. Essien non è stato nemmeno abile a contrastare gli inserimenti bianconeri, che chi segue la Serie A non ha mai visto così lenti e sporadici nonostante il risultato metta a referto 3 gol e qualche buona azione. Emblematico dello spaesamento vissuto da Michael Essien è stato quel tunnel di Pogba, da fermo, sulla trequarti difensiva. Una vergogna.

Non se l’è passata bene nemmeno il connazionale che gli giocava di fianco, al secolo Sulley Muntari, investito del ruolo di capitano ma in una delle sue ormai troppo solite sere nere: l’angolo da cui poi ne esce il 2-1 di Bonucci è causato da una sua palla persa al limite dell’area. Pressato da Marchisio sì, ma il suo tocco a smarcarsi favorisce solo e soltanto lo juventino.

Tuttavia la prestazione dei due centrocampisti africani, e tanto meno il fuorigioco di Tevez sul primo gol, non può costituire un alibi dietro cui nascondere tutte le pecche di una squadra lenta, macchinosa e senza un’idea in fase propositiva. Honda è ha il freno a mano tirato, Cerci smista meno palloni di Menez, Alex in difesa occupa un posto che andrebbe assegnato a Rami in qualsiasi condizione, Pazzini vive di momenti di gloria passati e Inzaghi fatica a capire i motivi per cui una squadra costruita sulla sabbia non riesca a superare nemmeno la costruzione del secondo piano. Ci aspetta un fine di stagione con altre giustificazioni, altri capri espiatori, altre cortine fumogene per farci chiudere un occhio sulla mediocrità della rosa del Milan. Poi sarà di nuovo estate.

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