Inzaghi, mai così male un tecnico nell’era Berlusconi. Dopo l’Empoli la panchina è salva ma non salda

Fischiato e in bilico, la caduta dell’idolo a San Siro. È questo il ritratto de La Gazzetta dello Sport sul colpevole Filippo Inzaghi, dopo l’1-1 di Milan-Empoli. Sta finendo in fuorigioco e per lui non esiste cosa peggiore, le occasioni per “segnare” stanno passando. E la pazienza finendo.

La panchina è salva, la società gli riconosce alibi oggettivi (numerosi infortuni, episodi contrari, errori individuali), ma non salda. Adesso la sfida casalinga di domenica prossima con il Cesena diventa un nuovo esame da superare: di sicuro, comunque, la brutta figura di ieri ha ridotto ancora di più le speranze della squadra di raggiungere un piazzamento europeo e di conseguenza le possibilità di una sua riconferma. Il pareggio non è nemmeno il problema principale, è tutto il contorno a rendere negativo il giudizio di Silvio Berlusconi. Empoli da applausi, ok, ma non si possono accettare certe cifre, un avversario in zona retrocessione ma superiore per possesso palla, passaggi effettuati e riusciti, contrasti vinti, palle perse, 18 azioni offensive rispetto alle 7 dei rossoneri, bassi e senza idee. Una inadeguatezza tecnico-tattica, la definisce così la Rosea, contestata dai (pochi) tifosi presenti allo stadio: i fischi al cambio dell’inguardabile Honda e poi alla prestazione generale, i cori di stizza verso i giocatori. La gente è arrabbiata, soprattutto stufa perché non vede la luce in fondo al tunnel: un anno dopo il Milan si ritrova nella stessa situazione, con un sola misera lunghezza di vantaggio rispetto alle somme di Allegri e Seedorf.

È un Diavolo malato, pieno di difetti, ma non così scarso. Servirebbe una guida in grado di cambiare marcia. I giocatori, almeno a parole, rimangono dalla parte dell’allenatore ma adesso nessuno gli regalerà nulla, dirigenza compresa. A lui sfuggono, a sorpresa, quanto siano fuori luogo alcune frasi, nulla di più lontano dallo storico slogan berlusconiano. Perché l’Inzaghi di inizio stagione è sparito? Il giocattolo si è rotto e fatica ad aggiustarlo, la confusione in rosa cresce. E intanto SuperPippo ha “conquistato” un clamoroso primato: per media punti (1.304), è il peggiore allenatore dell’era Berlusconi insieme al Liedholm dell’86-’87.

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