Viareggio Cup, ecco il bicchiere rossonero “mezzo pieno”

Il Milan esce avanti tempo dalla 67esima edizione della Viareggio Cup con il magro bilancio di due sconfitte e un pareggio. Nel girone 1 del gruppo A i rossoneri si sono piazzati terzi alle spalle dell’accopiata Palermo-Psv Eindhoven e sopra ai modesti australiani dell’A.P.I.A. Leichhardt soltanto per differenza reti. Leggendo i numeri si potrebbe pensare che i ragazzi di Brocchi, nonché campioni in carica del prestigioso torneo giovanile, siano stati surclassati dagli avversari. Un’analisi così superficiale non fa onore a un Paese, l’Italia, che si è prefissata l’obiettivo di ridare valore alle Scuole Calcio. Già, perché il Milan, a differenza di Palermo e Psv, le due avversarie del Diavolo qualificate agli ottavi di finale, ha mostrato con orgoglio una filosofia di gioco formata da pochi ma chiari diktat: manovrare il pallone in ogni situazione, imporre ai giocatori la gestione della sfera e organizzare le azioni in modo ragionato. Bandite le barricate difensive e i lanci lunghi a scavalcare il centrocampo.

Milan-Psv, disputata allo stadio Bresciani di Viareggio, è stato l’emblema di come una squadra che voglia testare la propria filosofia di gioco per crescere non possa far altro che issare bandiera bianca di fronte a un terreno irregolare e sabbioso. C’è comunque da dire che gli olandesi, dopo l’iniziale vantaggio di Fabbro, sono stati bravi ad approfittare al meglio due disattenzioni difensive dei rossoneri. Da qui dovrà ripartire Brocchi: curare disattenzioni simili per evitare di farsi male da soli. Non servono allarmismi intorno a una delle poche formazioni, se non l’unica, che ha già in testa un concetto di gioco ben chiaro. Certo, stiamo parlando di ragazzi molto giovani le cui potenzialità possono (e devono) aumentare ancora con impegno, lavoro e serietà.

Nella seconda uscita contro il Palermo il Milan si è portato sull’1-0 grazie a un super gol di Di Molfetta salvo poi venir raggiunto e superato dai rosanero. E pensare che per ampi tratti di gara i ragazzi di Brocchi avevano tenuto benissimo il campo mostrando reparti compatti e ben organizzati. Nella ripresa il Palermo ha siglato l’1-1 su un rigore dubbio quindi ha insaccato l’1-2 a pochi minuti dal termine quando il Milan era già in dieci uomini per l’espulsione del portiere Donnarumma. Nonostante questo, in inferiorità numerica, i rossoneri hanno trovato il 2-2 con Calabria. In pieno recupero, il Palermo è riuscito però a trovare il colpo di coda del definitivo 3-2 grazie a Bentivegna, autore di una doppietta, bravo a finalizzare al meglio il lavoro fisico – forse falloso – di Cucchiara su Bonanni.

L’ultima gara, ormai priva di pathos ai fini del proseguo del torneo, è Milan-A.P.I.A. Leichhardt. Al comunale di Altopascio (campo sintetico) i rossoneri, con il solito 4-3-3, hanno cercato di fare la partita sin dalle prime battute. A rompere il ghiaccio sono stati, però, gli australiani, in gol da distanza siderale con Adathin direttamente su calcio di punizione. Nella ripresa il pareggio del capitano Rondanini è sembrato essere il preludio della goleada rossonera, ma il Diavolo è riuscito a cestinare un elevato numero di occasioni rimanendo fermo, sino al triplice fischio dell’arbitro, sull’1-1.

Che risposte ha avuto il Milan alla luce delle tre gare giocate? Intanto i rossoneri tornano a casa con la consapevolezza di avere un gruppo affiatato pronto, con un’altra annata di rodaggio, per ripresentarsi in Versilia in una veste ancora migliore. Inoltre, come affermato ai microfoni di SpazioMilan.it dal responsabile del settore giovanile del Diavolo, Filippo Galli, al Milan, a livello giovanile, interessa fare Scuola Calcio più che guardare soltanto il risultato finale. Certo, non può che esserci rammarico per il mancato approdo agli ottavi di finale ma serve pazienza. Brocchi sta coltivando dei ragazzi che presto, si spera, potrebbero portare ai rossoneri – prima squadra inclusa – diverse soddisfazioni.

Federico Giuliani

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