Tre punti, due gol e un caso: Federica, stavolta hai ragione

Simone Basilico è nello staff di SpazioMilan.it dalla sua nascita, l’8 marzo 2011, ed è una delle prime firme del sito, specializzato nel settore giovanile rossonero.

La ruota panoramica rossonera è tornata a girare. Finalmente, direbbe qualcuno. Per fortuna, pensano altri. Perché la deadline era stata fissata da tutti: Berlusconi e tifosi avevano dato una partita, quella contro il Cesena, prima di movimentarsi. Sono arrivati tre punti liberatori, una boccata d’ossigeno quando sei in apnea in mezzo al mare, con due gol fortunati, un toccasana quando sei in un momento come questo, e si è aperto ufficialmente un caso: Cerci, ora, è un mistero.

Torniamo indietro col nastro di sei mesi. Alessio Cerci è reduce da una stagione senza precedenti al Torino, tutti lo vogliono. Gioca un Mondiale sottotono, ma tutta la Nazionale era da buttar via dunque i suoi 21′ sui 270 in totale non incidono sulla sua valutazione in fase di mercato. Cairo fissa il prezzo (15 milioni) e fa l’occhiolino a Galliani, il Milan lo vuole a tutti i costi: Inzaghi stravede per lui e nel suo 4-3-3 è ideale per giocare largo a destra nel tridente offensivo. Ma l’ad rossonero va a fare la spesa senza contanti e l’Atletico in due giorni si porta Cerci a Madrid. La moglie del giocatore, Federica Riccardi, il giorno dopo il suo passaggio in Spagna urla ai quattro venti (Facebook, ndr) che la Serie A è un campionato ingiusto, che non merita suo marito e che adesso in Spagna dimostrerà tutto il suo valore. Peccato che tre mesi dopo Cerci sia di nuovo in Italia, finalmente al Milan. Inzaghi si sfrega le mani e San Siro è pronto ad ammirarlo. Ma qualcosa si rompe proprio sul più bello.

Cerci arriva in una squadra lanciata verso l’Europa e dunque il suo inserimento dovrebbe essere più facile del previsto. Invece arrivano le prime sconfitte contro Sassuolo e Atalanta e qualcuno nello spogliatoio, Abate in primis, inizia a prendersela anche con nuovo arrivato: “Non fai i movimenti giusti, con Honda mi trovavo meglio”, avrebbe detto il terzino rossonero al compagno ex Toro al termine dell’ennesimo sconfitta casalinga. Un pugnalata alle spalle. Anche Inzaghi lo abbandona nel giro di un mese e lo relega in panchina: prima doveva ambientarsi, poi un problema fisico, infine scelta tecnica. Morale: Cerci non gioca mai e la moglie torna a parlare del marito: “Inutile farlo entrare a cinque minuti dalla fine, non serve a niente”.

Cara Federica, stavolta hai tutta la ragione del mondo. Perché se vuoi veramente valorizzare un potenziale, devi dargli fiducia, sostegno, minuti, partite da sbagliare. Solo così Cerci potrà ritrovare la forma migliore e tornare quello che ha portato il Torino in Europa League. Ecco, proprio quello che dovrebbe fare il Milan adesso: rialzare la testa per puntare almeno ad un piazzamento nell’Europa secondaria. E solo con un Cerci in più, tutto questo, sarà possibile.

Twitter: @SBasil_10

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