Allenatore Milan: per il dopo Inzaghi il sogno resta Conte, ma…

Pippo c’è, ma non si sa fino a quando. Le possibilità di restare anche la prossima stagione sono quasi zero: servirebbe solo un miracolo sportivo in campionato. Quindi meglio guardarsi attorno e il Milan lo sta facendo, senza però avere ancora scelto. È una corsa a quattro, aggiungendo le ipotesi Klopp, Prandelli e Donadoni. In ogni caso si dovrà intervenire pesantemente sulla rosa, quindi sul mercato: perché Inzaghi pagherà per tutti, ma le colpe sono da dividere con società e giocatori.

CONTE – È il grande sogno, il primo della lista e il più bravo sulla piazza. L’unico allenatore che sposta 10-15 punti a campionato, così renderebbe competitiva una squadra non proprio forte. Il problema è la Nazionale perché Antonio rimarrà CT almeno fino all’Europeo del 2016. Il doppio incarico Italia-Milan, condiviso dai rossoneri, sarebbe pieno di problemi e polemiche da mettere in conto. Discorso aperto, ma rimandato. Senza dimenticare che Conte la scorsa Primavera è stato ad un passo dal Diavolo, fermato dalla Juventus.

MONTELLA – Risponde al profilo perfetto di Berlusconi: giovane, esperto, dalla mentalità e dal gioco offensivo. Piace la sia capacità di adattare il modulo ai calciatori a disposizione: centravanti o meno, difesa a 3 o a 4, esterni di spinta o contenimento, palleggiatori in mezzo al campo. E soprattutto Montella costruisce: proprio quello che ha bisogno di fare il Milan. Difficilmente si vincerà subito lo scudetto, ma tornare nel breve periodo in Champions sì. La dirigenza lo affiancherebbe, pure nel mercato. Per strapparlo alla Fiorentina, che non vuole perderlo, comunque, va pagata la clausola di 5 milioni.

SARRI – Il nome non esalta i tifosi, nulla di male ad ammetterlo. Il tecnico dell’Empoli è visto come scelta di ripiego, un’incognita all’interno di un grande ambiente. A suo agio a lavorare con ragazzi promettenti e azzurri, (possibile) nuova filosofia che il Milan metterà in atto dall’estate, magari portandosi con sé il buon Valdifiori. Non è la prima scelta, ma spesso non vince chi è favorito.

SPALLETTI – Storia che ogni tanto torna a galla, rimasta sempre priva di vera concretezza. Quando l’ex Roma era libero, il Milan era occupato. E viceversa. A giugno non sarà più sotto contratto: il pro è ampliare le potenzialità di un gruppo, il grande contro è il carattere. Personalità scomoda e gestione dello spogliatoio in sospeso, la fine poco gloriosa del rapporto con lo Zenit non aiuta.

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