A tutto Ancelotti: “Manchester la svolta della mia carriera. Al Milan volevo Gerrard, poi però…”

Criticato a Madrid, sognato a Milano. Carlo Ancelotti si racconta ai microfoni di GazzettaTV tra passato, presente e futuro. Sul periodo rossonero: “L’etichetta di eterno secondo iniziava ad essere ingombrante sia per me che per il Milan, club a cui sono legato, pertanto la vittoria che mi ha cambiato la carriera è stata la prima, quella avvenuta nella finale di Manchester del 2003. Di quella finale contro il Liverpool, nel 2005, non cambierei nulla, dissi ai miei ragazzi le cose giuste. Poi la rivincita fu incredibile, le seconde opportunità nella vita ci sono e noi dovevamo prendere il Liverpool. L’albero di Natale? Nacque al Milan, mi mise a disposizione tanti trequartisti e decisi di utilizzarne il maggior numero possibile. Il mio rapporto con i calciatori è stupendo, mi piace scherzare con loro, questo è importante per un allenatore. Non sono troppo buono però. Gerrard? L’ammiro, con il Milan provammo a comprarlo ma non fu possibile”.

Sul Real: “A Madrid siamo riusciti a costruire un grandissimo gruppo, questo è il segreto del nostro successo. Alla base di tutto c’è il rispetto reciproco, è fondamentale perché i calciatori sono prima persone e avere un rapporto positiva porta a buoni risultati. La mia carriera mi aiuta molto nelle fasi iniziali delle mie esperienze in panchina perché tutti mi portano rispetto per quello che ho fatto, poi però vengo esaminato giorno per giorno in base al mio lavoro. Pepe? Il primo giorno a Madrid mi disse che voleva andar via, io lo convinsi a restare perché era indispensabile per noi”.

Infine una battuta Nazionale: “Mi piacerebbe, ma soltanto quando non avrò più la voglia di allenare tutti i giorni“.

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