Finalmente si respira, grazie a Menez e all’Inter. Ma la curva…

Dopo tantissimo tempo possiamo tornare a stilare un Borsino dalle tinte verdi, in quanto la vittoria di ieri, anche se non entusiasmante, ha dato una fondamentale boccata di ossigeno a tutto l’ambiente, in particolar modo a Inzaghi, tanto più che arriva prima della pausa per gli impegni della Nazionale. Un successo, il 3-1 sul Cagliari, che non scaccia le ombre sui rossoneri, ma che certamente risulta di vitale importanza per la classifica e, unitamente al riposo, appunto, può dare linfa nuova alla squadra per il rush finale del campionato. È ovviamente impossibile essere positivi ancora, anche perché la partita non è stata facile, dopo un inizio a tinte rossoblu. Per fortuna ci ha pensato Menez, per l’ennesima volta l’uomo della provvidenza. Ma non si può sempre essere dipendenti dal francese. La squadra deve ritrovare la fiducia. Si spera che i tre punti aiutino. IN RIALZO.

Proprio sul francese vogliamo spendere qualche parola, poiché poche volte si è posto l’accento sulle sublimi prestazioni di questo giocatore. È vero, Menez manca di quella continuità che lo potrebbe far entrare nell’olimpo dei fuoriclasse, ma le sue giornate di grazia sono di gran lunga maggiori rispetto a quelle opache. E quando è in giornata di grazia lo spettacolo è assicurato. Sta trascinando quasi da solo la barca di Inzaghi, e il peso dell’attacco, nonostante i nomi altisonanti che compongono il reparto avanzato rossonero, sta poggiando quasi interamente sulle sue spalle. Anche ieri ha disputato una partita pregevole, segnando una rete da cineteca, fornendo l’assist dalla bandierina per il gol del connazionale Mexes e chiudendo il match con l’ennesima realizzazione su rigore (otto su otto in questa stagione). Se tutti giocassero come lui… IN RIALZO.

Veniamo ora all’argomento che sta facendo maggiormente discutere, l’assenza della curva sud. Lo scenario degli spalti ieri sera era surreale. La curva aveva invitato a boicottare la gara e a non presentarsi sulle tribune e l’appello è stato abbastanza ascoltato. Il loro settore completamente deserto, con solo gli enormi striscioni “game over” e “insert coin & #saveacmilan” a testimoniare la protesta. E i pochi tifosi presenti hanno manifestato con i fischi verso alcuni giocatori il loro malessere. La cosa sorprendente è che sono stati rivolti anche a Menez, che ha esultato toccandosi l’orecchio. Sembra strano che chi fa 15 gol (ed è secondo nella classifica cannonieri) possa venir contestato, in una stagione in cui è grazie a lui se si sta salvando la faccia, da una tifoseria che, paradossalmente, troppe volte è stata zitta quando doveva insorgere. Ma il tifoso paga e può, se civilmente, contestare chi vuole e quando vuole. Uno stadio vuoto e arrabbiato che testimonia la vera, grande sconfitta di SuperPippo, che aveva indicato come uno degli obiettivi quello di riportare la gente al Meazza. Il Milan ha vinto, ma l’impressione è che si parlerà di altro in queste due settimane di sosta. IN RIBASSO.

Chiudiamo con le voci su una possibile acquisizione di quote azionarie rossonere da parte del magnate thailandese Bee Taechaubol, di cui si parla con insistenza da ormai qualche settimana. Secondo «la Repubblica», già ad aprile si potrebbe chiudere per il trasferimento del 30% delle quote societarie al ricco imprenditore asiatico. Tutto dipenderà dallo studio dei bilanci, che sono attualmente sotto l’attenta analisi dei manager di Mr. Bee, i quali stanno vagliando ogni singola voce dei bilanci societari. Un lavoro dettagliato, volto a definire l’effettivo valore del club. L’obiettivo di questa prima fase sarebbe finalizzato all’ingresso di una cordata asiatica nel capitale del Milan, per portare denaro fresco nelle casse. La scadenza inizialmente era stata fissata per maggio, ma l’intesa potrebbe arriva prima. Tutto dipenderà da quando il broker porterà le credenziali bancarie a sostegno dell’investimento (250 milioni di euro). Mr. Bee fa sul serio e vorrebbe prevedere nel progetto anche imprenditori cinesi e arabi. Il modello è quello proposto da Ecclestone con la Formula 1: convogliare denaro da tutto il mondo, facendo crescere e rendere anche in mercati lontani e poco valorizzati un marchio globalizzato. Servirà tempo, ma il compromesso è vicino. IN RIALZO.

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