Lo strano caso Cerci: il Milan non chiama, la Nazionale risponde

Dopo settimane di polemiche, punti interrogativi e prestazioni al limite della mediocrità, la partita giocata da Alessio Cerci contro il Cagliari è finalmente da 6 in pagella. Il Milan ha vinto 3-1 e l’ex giocatore dell’Atletico Madrid ha messo il suo zampino nell’azione della terza rete: il numero 22 viene atterrato da Ceppitelli, Tagliavento assegna il rigore e Menez lo realizza. Il penalty non c’era visto l’atterramento fuori area, ma il segnale positivo è che Cerci sia spesso riuscito a puntare l’uomo per provare il dribbling. Insomma, molto più di quanto sia riuscito a fare Honda in tutta la partita. Filippo Inzaghi avrebbe dovuto effettuare prima il cambio, il suo ingresso in campo ha letteralmente spaccato la partita.

Oltre al rigore procurato, Cerci ha fornito la palla del possibile 4-1 a Pazzini che l’attaccante ha poi sprecato malamente tirando contro il portiere sardo. Il suo approccio alla partita è stato diverso, positivo e propositivo. Totalmente differente dal suo ingresso contro la Fiorentina. Ovviamente uno spezzone di partita deve essere valutato come tale, ma può essere sicuramente un ottimo punto di partenza per il futuro. Finalmente Cerci ha trovato il sorriso, anche grazie alla chiamata in Azzurro: “Una vittoria e una chiamata che riportano il giusto entusiasmo! Forza Milan e forza Azzurri”. Questo è il suo commento su Twitter dopo Milan-Cagliari e dopo la convocazione a sorpresa.

Il rossonero torna in Nazionale dopo il doppio impegno dello scorso novembre. Non giocò nella sfida ufficiale contro la Croazia, gara di qualificazione agli Europei, ma venne poi schierato da Antonio Conte nell’amichevole contro l’Albania. Essere convocato con così poche partite nelle gambe, è una grande iniezione di fiducia: Conte gli regala lo spazio che nel Milan non è ancora riuscito a trovare. Dopo la partita di sabato sera a San Siro e in concomitanza con il periodo buio di Honda, l’impressione è che sia finalmente arrivato il momento di Cerci. Non è matematico, ma le partite contro Bulgaria e Inghilterra potranno convincere l’allenatore rossonero in questo senso.

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