Crudeli: “Pippo non si merita questo accanimento, ma l’esonero è inevitabile”

E’ innegabilmente uno dei momenti più delicati, controversi e discussi della storia rossonera. Anche se a volte l’amarezza scatenata dai fatti non trova pace nelle parole, questo resta pur sempre il nostro lavoro: garantire chiarezza, cercare un perché. Ad aiutarci a raggiungere questo obiettivo è Tiziano Crudeli.

Entriamo subito nel vivo. Cosa sta succedendo a questa squadra?

Cosa sta succedendo al calcio sarebbe la domanda giusta. Guardo il Milan e non vedo nemmeno l’ombra di quello che è stato. E non mi indigna tanto il fatto di non essere neanche lontanamente in zona “alta classifica”, quanto le bugie delle quali si stanno nutrendo. Vede, io ho visto momenti peggiori di questo, ma ho sempre avuto la sensazione di avere dei combattenti davanti a me. La situazione attuale è il risultato di anni di errori, politiche sbagliate, scelte di mercato piuttosto discutibili e poca chiarezza. Nel tentativo di inseguire la vetta si è perso di vista il punto cruciale della situazione stagione dopo stagione: la squadra. Senza quella possiamo fare tutti i discorsi del mondo ma non siamo in “L’altra sporca ultima meta”, questa è la vita reale ed è necessario avere una strategia, una linea guida e saperla seguire per costruire qualcosa che abbia un senso. Perché quando la società ha dichiarato di voler rifondare la squadra partendo da giovani e giovanissimi talenti, poi mi sono trovato a dover applaudire di nuovo Kakà, per citarne solo uno? Non mi fraintenda, Kakà è stato uno dei numeri uno, gli ho donato parte del mio cuore da tifoso ma siamo seri, a cosa è servito? al marketing forse, alla pubblicità. Ma non alla squadra“.

Quindi ritiene che la responsabilità della situazione attuale sia essenzialmente della società? Gli allenatori non hanno “colpe”?

Il mestiere dell’allenatore è uno dei più difficili che conosca. Sei sottoposto a livelli di stress indicibili, hai gli occhi di tutti puntati addosso e sei di fatto un parafulmini mentre spesso, chi di dovere, se ne sta rintanato dove nessuno può vederlo. Non parlo di colpe, non penso esistano colpe in questo caso. Penso esistano delle responsabilità che per troppo tempo la società non si è presa, o si è presa in modo sbagliato. Non è mai stato fatto un lavoro a lungo termine, quel che conta è massimizzare il profitto ora, risollevare gli animi con qualche acquisto-bomba inutile ed estraneo alla causa. E in ogni caso, la stessa scelta dell’allenatore, non è forse responsabilità della società”?

C’è comunque chi sostiene ancora la causa Seedorf e Pippo è sull’argine di un fiume in piena tenuto a galla solo da un sottilissimo filo danneggiato.

Seedorf è un grande uomo ed è stato un giocatore di cuore, passione e fedeltà. Pippo ci ha regalato emozioni uniche, ha fatto innamorare grandi e piccini di questo sport così maltrattato. Ma forse le aspettative sono state troppo alte. Un conto è giocare, un altro allenare e io l’ho sempre sostenuto. Non ci si inventa allenatori dal nulla, perché si è stati grandi giocatori. Bisogna esserci portati e in ogni caso è il frutto di tante esperienze. Il Milan era già in una situazione molto delicata con Allegri, le scelte fatte dopo sono molto discutibili. Essere quotidianamente sottoposti a una pressione mediatica folle, il peso delle aspettative, delle responsabilità e della fiducia che migliaia di persone ripongono in te non è affatto facile da gestire se sei sempre stato dentro il campo. Adesso chi chiameranno? Maldini perché è stato nonostante tutto sempre fedele alla causa rossonera? Non ha senso mi capisce, qui vanno fatti dei cambiamenti radicali ma è necessario che qualcuno cominci a dedicarcisi davvero anima e corpo, non solo davanti alle telecamere con strette di mano e sorrisi. A me, dello stadio nuovo poco importa per esempio. Vorrei tornare a tifare con il cuore“.

Quella di ieri contro il Verona sembrava una partita vinta. Poi al 95′ lo scherno del 2-2. E’ proprio il caso di dire oltre il danno la beffa. Pronto a dire addio a Inzaghi?

L’esonero potrebbe essere l’unica certezza di questo momento.  Mi dispiace per Pippo, sono sincero. Non si merita tutto questo accanimento. Ha sicuramente fatto delle scelte sbagliate, ma la squadra che è scesa in campo ieri contro il Verona era una squadra parzialmente rinnovata. Certo, relegare Destro in panchina e schierare Pazzini forse non sarebbe stata la mia prima scelta, ma mi è piaciuto molto Mexes per esempio. Il Milan non riesce a scrollarsi di dosso quella lentezza cronica, il ritmo è basso e la partita fatica sempre a decollare. E poi diciamocelo, quel centrocampo non si può vedere. Non crea movimento, non fa scorrere la palla ed è di fatto incapace di costruire. E’ uno dei reparti fondamentali per la costruzione di un gioco che abbia un senso, ma se la palla non viene fatta girare l’allenatore potrebbe essere anche un colosso dell’olimpo che la squadra non funzionerebbe in ogni caso. Inzaghi è al termine della corsa, ma non sono fra quelli che lo giudica come il peggiore degli allenatori o addirittura la rovina della squadra. Scherziamo? E’ sempre stato umile, decoroso e discreto e se la società l’avesse appoggiato un po’ di più forse avrebbe potuto fare grandi cose. Staremo a vedere“.

Impostazioni privacy