Un Destro per battere il Verona e salvare Pippo. Ma per adesso l’ex Roma ha lo stesso score di Torres

La (maledetta) maglia numero nove del Milan sulle spalle e un solo gol in quattro gare. Questo al momento è il passo breve di Destro, già immerso nelle sabbie mobili dell’attacco di Inzaghi a poco più di un mese dal suo arrivo e pericolosamente simile al Fernando Torres rossonero.

Stamane La Gazzetta dello Sport rimette in primo piano un tema stranoto, però ancora irrisolto prima di affrontare il Verona. Problemi di inserimento nella difficile (a volte incomprensibile o proprio inesistente) manovra di una squadra allergica alla prima punta. Mattia come El Nino, entrambi a segno solo con l’Empoli. Le analogie fanno quasi paura e per adesso si fermano qui perché esiste una grande differenza: lo spagnolo dalla gioia del Castellani in poi non ha mai più visto la porta fino a fine 2014, mentre l’ex Roma ha davanti due mesi e mezzo per provare a migliorare il proprio score personale. A Milanello si stanno facendo gli straordinari per far rendere Destro al massimo, chiedendo pazienza a lui ma soprattutto una grossa mano ai compagni. Menez in primis: maggior dialogo, più rifornimenti offensivi.

La società lo considera un investimento per il futuro, il bomber azzurro sta bene e ha tutto per colpire stasera e far vincere pure da solo una sfida essenziale per il destino della panchina di SuperPippo. Può bastare, vuole fare la differenza. Il suo ambientamento al Diavolo è stato più rapido e sostanzioso di quello di Torres, adesso deve diventare una soluzione in campo.

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