Da oggetto del desiderio a sicuro partente. Lo strano caso di Destro

Quest’estate era in cima alla lista dei desideri dopo la cessione di Mario Balotelli al Liverpool. Lo ha chiesto Inzaghi, lo voleva Berlusconi, ma le cifre chieste per il suo acquisto sono risultate troppo alte. In inverno si è ripresentata la possibilità di portarlo al Milan, con la formula del prestito con diritto di riscatto, e Adriano Galliani è andato addirittura a suonare fino a casa sua per convincere lui ed il padre a lasciare la Roma e partire per Milano. Ora, dopo neanche due mesi si parla già di un riscatto che al 99% non ci sarà.

Stranezze del calcio nostrano, stranezze dei giorni nostri che, però, a volte lasciano in testa interrogativi e pensieri di difficile risoluzione. Perché si è cercato e si è voluto a tutti costi Mattia Destro e, ora, sette partite sono già sufficienti per comprendere che è meglio non puntare su di lui? Si sente dire che i 16 milioni chiesti dalla Roma siano un po’ troppi per un attaccante come lui che, forse, sta deludendo le attese della vigilia. Si continua a parlare di Ciro Immobile come calciatore su cui investire la somma che si risparmierebbe dal mancato riscatto della punta marchigiana, ma anche tutto ciò è sintomo di una mancanza di chiarezza e di programmi in seno alla società.

Come dicevamo, infatti, Destro è andato a segno solo due volte nelle sue prime sette partite con la maglia rossonera e, spesso e volentieri, si è trovato al di fuori del gioco e della manovra, qual’ora ce ne fosse uno. Si continuano a rimarcare le sue difficoltà ad entrare nei meccanismi della squadra, ma qualsiasi attaccante farebbe fatica in questo Milan. Mattia è uno che vive per il gol, stazione quasi esclusivamente in area di rigore e la squadra di certo non lo aiuta ad esprimersi al meglio. Nonostante ciò ha portato un punto (che potevano essere quattro senza il suicidio di Firenze) alla causa rossonera. Da lui ci si aspetta certamente di più, ma è alquanto paradossale bocciare un calciatore in così poco tempo.

 

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