La corsa alla panchina è un terno al lotto. Prima serve un progetto

Mihajlovic, Sarri, Ventura, Di Francesco, Spalletti, Emery, Conte. Con tutti questi nomi è facile che a qualcuno giri la testa, con tutti questi nomi è difficile capirne qualcosa. Non sappiamo se davvero tutti gli allenatori sopra elencati siano o meno nel mirino del Milan, ma è certo che qualcuno di loro interessa davvero alla società di Via Rossi. Nel frattempo, però, sulla panchina rossonera siede ancora Filippo Inzaghi e, oltre a lui, in libro paga c’è anche Clarence Seedorf e per entrambi non si tratta proprio di spiccioli.

Mancano dieci giornate al termine della stagione in corso e, molto probabilmente, il Milan dovrà restare per il secondo anno consecutivo senza coppe europee. Tanto basta per dire, quasi con certezza, che al timone della squadra ci sarà ancora un esonero ed un cambio di guardia. Un altro progetto, quindi, sarà accantonato per aprirne uno nuovo, con un altro allenatore, altre idee ed un altro indirizzo di calciomercato. Da luglio, quindi, al Milan ci sarà il quarto allenatore in appena un anno e mezzo, un po’ troppo per una società che in passato ha sempre fatto della continuità una dei suoi punti di forza.

Urge, quindi, qualcosa che, soprattutto negli ultimi due anni (ma forse il problema ha radici molto più profonde e lontane), è mancato: un progetto serio, preciso e ben delineato. Proprio per questo c’è bisogno di individuare un allenatore ben preciso a seconda del tipo di mercato che si vorrà fare e del tipo di indirizzo che si vuole dare alle prossime stagioni. Se si crede ai nomi da fantacalcio (come Spalletti, Conte, Mihajlovic) si dovrebbe mettere in preventivo un altro stipendio faraonico ed un certo tipo di mercato, con nomi importanti in entrata, cosa che al momento sembra molto difficile che possa accadere.

Se, invece, come si è sentito spesso negli ultimi mesi, si vuole puntare su calciatori italiani, giovani e di prospettiva, si può fare, ma si deve essere chiari e convinti. Soprattutto con i tifosi. Bisogna far capire che ci vorrà del tempo per tornare in alto e soprattutto non fare più gli stessi errori del passato, andando a prendere giocatori di una certa età, parametri zero ed ingaggi pesanti. Il tifoso sarebbe anche disposto ad aspettare (ancora), ma ha bisogno di vedere un progetto, una squadra frizzante, giovane e bella ed un allenatore che sappia lavorare per farla crescere. Se fosse così, quindi, ben vengano i vari Sarri, Di Francesco o Ventura, ma bisognerebbe essere disposti a darli carta bianca.

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