L’Europa League è a portata di mano. L’ostacolo rimane il gioco

Respirando a pieni polmoni l’aria che circonda il pianeta Milan, la sensazione chiara è quella di trovarsi di fronte a una stagione già conclusa, a una lenta via crucis diretta a nuovi e incerti orizzonti. Che siano le insistenti voci riguardo la cessione del club, che sia un gioco ancora in cerca di identità o la diffusa sensazione di una vibrante ma immobile precarietà, a marzo l’avventura sportiva rossonera sembra già ai titoli di coda. Tanto che la frase di Galliani “Uniti per puntare al settimo posto e all’Europa League” sembra un annuncio nel deserto, buono per non far sembrare inutili altri due mesi di transizione.

Eppure guardi la classifica e ti rendi conto che, a patto di un buon finale di campionato, l’Europa League sarebbe un traguardo tutt’altro che irraggiungibile. Un obiettivo non troppo sexy, per una squadra abituata a Champions League e Mondiali per Club, ma utile nell’ottica di un percorso di crescita graduata. Il tifoso rossonero si eviterebbe la seconda annata consecutiva a guardare il palcoscenico europeo dall’uscita di sicurezza, mentre il ritornello diffuso, secondo cui lavorando tutta la settimana si può fare bene in campionato, sembra smentito dai fatti. Il vero ostacolo sulla strada della qualificazione europea non sono tanto i punti ma, piuttosto, una qualità di gioco che non lascia presagire una rimonta, per quanto di modesta entità.

Verosimilmente il settimo posto dovrebbe essere quello buono per l’Europa League, a patto che la vincitrice della Coppa Italia (una tra Juventus, Fiorentina, Napoli e Lazio) si qualifichi alla Champions League. Settimo posto attualmente occupato dall’Inter, in coabitazione con il Genoa, che deve recuperare il match con il Parma, a quota 37. Vincendo a Firenze, insomma, anche i malconci rossoneri sarebbero già in zona Europa League, con sguardo su una Sampdoria che non sembra così stabile, seppure a quota 42 e attesa dalla Roma. Se si considera che il Genoa ha pensato bene di perdere a Marassi contro il Chievo e l’inter di pareggiare a San Siro con il Cesena, basterebbe un buon Milan per districarsi in una posizione europea. Un buon Milan però, almeno nel 2015, non si è ancora visto.

Impostazioni privacy