European Association, Gandini: “Abbiamo firmato la nuova pietra miliare dello sport. City e PSG sconvolgono il sistema”

Umberto Gandini, primo vicepresidente ECA e direttore dell’organizzazione sportiva AC Milan, ha parlato a Milan Channel al termine della seconda giornata di lavori dell’Assemblea Generale dell’European Club Association a Stoccolma: “Quello che noi abbiamo rappresentato ieri e oggi e che è stato firmato con la Uefa è una pietra miliare del nostro sport a livello europeo. Siamo riusciti ad ottenere ciò che abbiamo sempre chiesto da 20 anni, ovvero il coinvolgimento diretto dei club europei nel processo decisionale dell’ Uefa. La Uefa ha aperto il suo consiglio a due rappresentanti dei club che verranno aggiunti a giugno e avranno la possibilità di portare le istanze, la voce dei club europei e contribuire ad una crescita sempre maggiore del calcio europeo”

Della scelta dei due rappresentanti dell’ ECA penso ne parleremo in occasione del consiglio che ci sarà per la finale di Berlino, nel frattempo la Uefa dovrà adeguare i propri statuti. Il lavoro fatto sia a livello di regolamento che di gestione della competizione è straordinario, il prestigio delle competizioni europee e in particolare della Champions League è diventato ancora più importante e il ricavo delle due competizioni porterà 2 miliardi e 200 milioni di euro. Quello che abbiamo fatto è di tutelare i club che giocano l’Europa League e studiare un sistema per il quale il rapporto tra il valore della Champions e Europa League sia 1,3. I club delle leghe che non si qualificano alle competizioni europee riceveranno soldi, quelli che verranno eliminati prima di raggiungere i play off riceveranno una cifra che è stata aumentata. Il financial fair play è stato la risposta a una strada che non poteva continuare ad essere percorsa“.

E ancora: “Il rischio delle regole così come sono oggi è quello dell’ossificazione, un circolo vizioso nel quale per tornare ad essere competitivi devi violare delle regole. Bisogna pensare a far crescere il numero di club e non ad avere un’élite ristretta che possa vivere di rendita ma aprire anche a quei club che in maniera virtuosa possono portare dei benefici. Ci vuole una gestione sana e non artificiale come è invece è successo. Manchester City e Psg sono due club diventati grandi con investimenti poco razionali, che hanno capacità di spesa illimitata e sconvolgono il sistema. L’obiettivo deve essere quello di avere 20 club che fatturano molto e non solo 5 club”.

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