In 68 giorni 16 allenatori accostati al Milan: Pippo, meriti più rispetto

Ogni settimana ne spunta uno nuovo. E ogni sette giorni è sempre in crisi, sempre alla deriva e sempre all’ultima spiaggia. Filippo Inzaghi, uomo solo al comando di una barca in balìa delle onde mediatiche, ne ha passate di tutti i colori in questo 2015 e meriterebbe un trattamento diverso. Lasciato sotto la pioggia come parafulmine di una stagione nata quadrata e proseguita storta, Inzaghi è stato abbandonato davanti agli occhi della stampa e il risultato sono i 16 allenatori accostati al Milan dal 18 gennaio, data della sconfitta interna contro l’Atalanta che ha segnato l’inizio della crisi rossonera.

In Serie A sono sette gli allenatori che ambiscono alla panchina del Milan. Dai più esperti e navigati Ventura e Sarri fino al rossonero Donadoni. Ma anche l’interista Mihajlovic e i romanisti Di Francesco e Montella possono dire di essere stati vicini al Milan. Senza dimenticare Pioli, tecnico del miracolo Lazio. Ma non solo allenatori nostrani e proveniente dal nostro campionato. C’è il sogno Ancelotti e lo spagnolo Emery (Siviglia), il portoghese Jorge Jesus (Benfica) e il francese Jardim (Monaco). E il tedesco? C’è anche quello: la stagione deludente di Klopp col Borussia Dortmund ha portato giornali e media ad accostarlo al Milan. Ma non è finita qui. Gli svincolati Prandelli e Spalletti sono sempre stati in prima fila per il dopo-Inzaghi, senza dimenticare i ct della Nazionali: Capello e un clamoroso ritorno sembrano utopia, Conte e il suo addio all’Italia è invece un’ipotesi non così lontana dalla realtà.

Sedici giocatori in 68 giorni: un nuovo nome ogni 4 giorni. Immaginate di essere sul posto di lavoro e di sentire colleghi e addetti ai lavori che ogni quattro giorni parlano del vostro successore. Sicuramente qualcosa vi girerebbe e sarebbe anche comprensibile: forse, sotto sotto, Pippo meriterebbe una nuova opportunità proprio per aver resistito a questo strazio senza mai mollare un centimetro. Risultati a parte, è in questo che è uscito tutto il “milanismo” di Pippo. Chapeau.

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