Kakà: “Sogno il Mondiale in Russia. Dida, Cafù, Nesta, Maldini, Pirlo e Dinho nella mia TOP 11”

Ricardo Kakà ha concesso una lunga intervista al Daily Mail, che lo ha raggiunto in Florida, dove sta vivendo la nuova avventura in MLS con la maglia di Orlando. L’ex fantasista rossonera, ha trattato tantissimi temi, ricordando anche l’incidente che lo colpì da ragazzo: “A 18 anni mi sono rotto la sesta vertebra. Sono andato dal dottore, che mi ha detto che sono stato fortunato, perché altri che hanno avuto questo problema non camminano. La mia prima domanda è stata: “Posso giocare a calcio?”. Lui mi ha detto che avrei dovuto aspettare per capirlo. Ero spaventato, è stata dura, non sapevo se avrei giocato di nuovo”.

Kakà, ha poi mandato un messaggio al ct della Nazione brasiliana Carlos Dunga: “Se fa tre anni e mezzo Dunga dovesse aver bisogno di me, sarei pronto ad aiutare il mio Paese al Mondiale. Si tratta di una motivazione importante per me”. Nella sua carriera ha segnato tanti gol, mail più bello senza dubbio quello col Milan a Manchester nel 2007“.

Ricky ha concluso l’intervista “schierando” la sua personalissima TOP 11, nella quale militano, oltre a R.Carlos, Iniesta, Zidane, Ronaldo e Cristiano Ronaldo, ben sei ex giocatori del Milan, a cominciare da Nelson Dida: “Ho giocato quattro anni con Iker Casillas al Real, ma preferisco sempre Dida, con cui ho giocato e vinto sia nel Milan che nella nazionale brasiliana, perché è un portiere davvero incredibile. Cafu è uno dei calciatori da cui ho imparato di più, perché lavorava sempre per vincere, anche se aveva conquistato due volte il Mondiale e la Champions League, e la sua motivazione faceva la differenza. Maldini ha vinto cinque Champions, sette scudetti e tutto quello che poteva vincere, eppure era sempre il primo ad arrivare all’allenamento e l’ultimo ad andarsene. Un professionista assoluto, il miglior esempio che ci possa essere per un calciatore. Riguardo a Nesta, i calciatori italiani sono diversi da tutti gli altri, perché crescono imparando la tattica di gioco, così che poi, una volta diventati professionisti, sanno perfettamente come muoversi sul campo ed è questo che ha fatto di Nesta un difensore così forte e anche molto veloce. Con Pirlo mi piaceva davvero molto giocare, lo considero uno dei più grandi di tutti i tempi, perché vedeva l’azione prima di chiunque altro sul campo e sapeva sempre dove trovarmi. Infine Dinho, che è un autentico genio, in grado di fare cose inimmaginabili con il pallone fra i piedi, come capitava spesso in allenamento quando, libero dalla pressione della partita, riusciva a fare quello che voleva“.

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