Pochi gol e prestazioni altalenanti: anche l’attacco è in difficoltà. L’analisi

La crisi rossonera colpisce anche il reparto offensivo. Nelle ultime undici partite stagionali, tra campionato e Coppa Italia, sono stati soltanto dodici i gol segnati dal Milan. Troppo poco, insomma, per una squadra che punta a qualificarsi per l’Europa League, che annovera nel proprio organico un gran numero di punte e fantasisti e che, nelle prime uscite, aveva fatto dell’attacco il proprio punto di forza. Ma non finisce qui. Quella andata in scena contro il Chievo è stata la sesta partita di campionato in cui il Milan non è riuscito a segnare.

Se poi aggiungiamo che, tra le punte rossonere, l’unica capace di assicurare un rendimento soddisfacente e continuo sia stata Jack Bonaventura, il quadro è completo. Sì, perché Cerci e Destro, arrivati nel mercato di riparazione, stanno deludendo le aspettative: il primo continua a inanellare prestazioni negative e non ha ancora trovato la forma migliore, mentre il secondo, che finora ha realizzato un gol, non sempre ha sfruttato appieno le occasioni a propria disposizione, ha dimostrato di non saper fare salire la squadra e di non saper svolgere il lavoro sporco.

Inoltre, in queste ultime uscite, Jeremy Menez, trascinatore nel corso della prima parte di stagione, sta evidenziando un rendimento discontinuo e altalenante, tanto da alternare buone prove a prestazioni contraddistinte da superficialità e leziosismi. Discorso simile va fatto per Keisuke Honda che, tornato dalla Coppa d’Asia, non è più riuscito a ripetere le ottime performances offerte nella prima parte dell’annata. Diversa è invece la situazione di Suso e Pazzini che, pur disponendo di un buon potenziale, vengono utilizzati da Inzaghi con il contagocce e rappresentano le ultime scelte per l’attacco. Attacco che, in questo momento, è sempre più privo di certezze.

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