Tra il dire e il fare c’è di mezzo l’azionariato popolare: io dico sì

Simone Basilico è nello staff di SpazioMilan.it dalla sua nascita, l’8 marzo 2011, ed è una delle prime firme del sito, specializzato nel settore giovanile rossonero.

Ci sono arabi, cinesi, sudamericani. Poi i russi, il thailandese, il messicano più ricco del mondo. Ma anche il libanese, l’albanese e il magnate di Singapore. Non manca più nessuno, solo non si vedono i due liocorni! Sì, è la storica canzoncina per bambini riadattata sul Milan. Letta tutta d’un fiato fa anche ridere, ora che ci penso bene invece mi viene quasi da piangere. Ogni settimana spunta un nuovo imprenditore da chissà quale parte del globo pronto a pignorare la propria casa per comprare il Milan. La realtà, invece, è ben diversa da quella che qualcuno vuole far credere: il Milan vende quote di minoranza, ma solo a certe condizioni. Punto e stop.

Le parole di Maroni, amico di Berlusconi e tifoso rossonero, “In estate succederà qualcosa”, lasciano trasparire una volontà molto chiara: il Milan si sta preparando a prendere in mano il suo futuro. Che sia con Berlusconi presidente o con il magnate straniero di turno questo è ancora da decidere e da capire, sicuramente la situazione attuale, a metà fra immobilismo sul mercato e disastrose annate sportive, terminerà presto. L’idea che frulla nella testa di Berlusconi, come ha riportato Fabio Ravezzani, giornalista del gruppo Mediapason, sarebbe quella di proporre un azionariato popolare per dare nuova linfa alle casse societarie. L’idea stuzzica i piani alti di via Aldo Rossi e potrebbe concretizzarsi in estate.

In Italia sono sei le società sportive che hanno già ricorso a questa forma di auto-finanziamento, ma nessun caso è paragonabile alla portata, mediatica e sportiva, che avrebbe il Milan. In Europa, i modelli da seguire sono Bayern Monaco e Barcellona. Proprio i catalani, con 163.000 soci, sono il caso più grande e clamoroso di azionariato popolare: tifosi del Barcellona sparsi per la Catalogna, la Spagna e il mondo ogni anno spendono 10, 50 o 100€ per comprare i vari Fabregas, Neymar e Suarez. In realtà non funziona proprio così, ma è bello crederlo. Però la sostanza è simile. Il Milan può perseguire i numeri del Barcellona, cavalcando l’onda del sentimento sociale di appartenenza ad un club che in vent’anni ci ha fatto vincere tutto e vorrebbe continuare a farlo.

Il Milan in estate tenterà di imbastire una campagna di azionariato popolare per provare a ripartire da quelle immagini, oramai sgranate e sbiadite, di trionfi e successi nazionali e internazionali. Se l’operazione andrà in porto è ancora tutto da vedere, una cosa è certa: il Milan appartiene ai tifosi e nessuno potrà mai portarcelo via. Nemmeno i due liocorni.

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