Difesa e contropiede? No, questo è solo un Milan lento e prevedibile

I numeri non sono tutto ma dicono molto, anche e soprattutto in materia calcistica. I più evidenti, quelli della classifica, raccontano di un Milan al decimo posto, in coabitazione con il Palermo, risultato della nona posizione alla voce gol fatti (35) e subiti (30). Dietro l’evidenza, però, si nasconde una serie di dati che mette in luce molte delle caratteristiche della squadra di Filippo Inzaghi. Una squadra che –lo dicono i numeri- è lenta, prevedibile e poco pericolosa quando sente il profumo dell’area avversaria.

Le statistiche ufficiali della Lega Serie A sfatano il mito di un Inzaghi tutto difesa e contropiede, perché il Milan si presenta come la settima squadra del campionato in quanto a possesso palla, con 27 minuti a partita che la collocano poco lontano da Roma e Juventus. I rossoneri giocano il pallone e lo fanno anche con buona precisione perché, con un significativo 67% di passaggi riusciti, si collocano al sesto posto della particolare graduatoria. Il problema sono le conclusioni perché, con 11,3 tiri a partita, il Milan è la tredicesima squadra del campionato, addirittura la quindicesima se si considerano quelli nello specchio della porta avversaria (4,2). Peggio solo Udinese, Atalanta, Cesena, Chievo e Parma.

Non è questione di pallone tra i piedi, insomma, ma di idee ed efficacia, soprattutto se si pensa che i dati del “miracolo Empoli” raccontano di una squadra con meno possesso palla rispetto ai rossoneri, meno precisione assoluta nei passaggi ma più tiri verso la porta avversaria (12). La costante del Milan sono i passaggi semplici, orizzontali e prevedibili e non è un caso che il giocatore più preciso in questo fondamentale sia De Jong (80,5%), seguito a ruota da Essien (78,8%) e Van Ginkel (76,8%). Se a tutto ciò si aggiunge che, per vedere un milanista tra i primi 30 nella classifica degli assist-man, tocca rimpiangere i cross di Abate (tredicesimo), è chiaro che i conti proprio non tornano.

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