Bonaventura: esterno o mediano? Che dilemma per Inzaghi, il punto

A poche ore dalla sfida del Friuli contro l’Udinese, Filippo Inzaghi è alla ricerca degli undici titolari da schierare contro la squadra di Stramaccioni. Il tecnico del Milan con tutta probabilità proporrà il suo modulo preferito, cioè il 4-3-3: in difesa non è ancora chiaro quali saranno gli interpreti, ma sembra che ci siano meno dubbi per il centrocampo e l’attacco. Assieme a Suso e Menez, dovrebbe esserci Destro con Pazzini che potrebbe soffiargli il posto all’ultimo secondo. A centrocampo, De Jong sarà il perno centrale con Poli a destra e Bonaventura sul lato opposto. L’ex giocatore dell’Atalanta è diventato partita dopo partita uno dei titolari inamovibili del Diavolo.

Un vero tutto fare, uno dei giocatori più duttili dell’intera rosa del Milan. Nell’ultimo turno di campionato contro l’Inter, Inzaghi l’ha schierato come esterno sinistro sfoderando una gran partita: una sicurezza, ovunque giochi. Alla vigilia della trentaduesima giornata però, è arrivato il momento di trovargli una collocazione fissa. Il numero 28 rossonero ha dimostrato tutto quello che doveva dimostrare, un affare per Adriano Galliani e un beniamino dei supporters milanisti. Ha sicuramente trovato la giusta continuità, insperata ad inizio stagione, ma ora ha bisogno di affermarsi in un ruolo e avere la certezza di non doverlo cambiare in ogni gara.

Un giocatore rende di più se ha la certezza di essere insostituibile in quella posizione. All’occorrenza può anche giocare altrove e l’ha dimostrato a più riprese, ma è importante per Bonaventura trovare la sua definitiva collocazione. Quest’anno, come spesso abbiamo ripetuto, ha fatto bene sia come esterno sinistro d’attacco che come mediano. Nonostante all’Atalanta giocasse come attaccante, l’impressione è che a Milano possa fare meglio a centrocampo. Ha grandi doti tecniche e una corsa invidiabile, ma spesso fa fatica a dribblare e arrivare al tiro. Meglio per lui partire da dietro ed inserirsi, diventando micidiale per gli avversari sfruttando la sua velocità. Ora la parola passa al campo.

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