Il 4-3-3 comincia a dare i frutti, speriamo non sia troppo tardi…

Il mese d’aprile è appena iniziato e quello di marzo è finito nel migliore dei modi. La corsa all’Europa League sembra ancora fuori dalla portata di mano per il Milan, anche se il calendario sorride a Filippo Inzaghi. Le nove partite restanti alla fine del campionato non saranno semplici, ma anche la strada delle dirette avversarie è impervia e ricca di ostacoli. I risultati sono in netto miglioramento e il gioco comincia piano a piano ad avere un senso. Battere il Cagliari e il Palermo ha una valenza, ripersi nelle prossime partite sarà molto importante. In caso di vittoria contro la Sampdoria, il tecnico rossonero avrà la definitiva conferma che il modulo giusto da schierare sia il 4-3-3.

Un grande rimpianto se si considerano i punti persi con in campo un modulo diverso. L’intuizione d’inizio stagione però era quella corretta e la valutazione d’Inzaghi impeccabile: quattro difensori, tre centrocampisti e tre attaccanti. Una squadra ben coperta dietro, con un centrocampo roccioso. Tre interdittori con le squadre di prima fascia e un interdittore con due laterali più fantasiosi quando gli avversari erano dello stesso livello dei rossoneri. Davanti una punta centrale di peso e due esterni. Quest’anno si sono alternati senza incidere particolarmente Fernando Torres, Pazzini e Destro. La poca prolificità dell’ariete non ha inciso molto: nessun rammarico però, vista la costante presenza in campo di bomber Menez. L’ostacolo più difficile da superare per il tecnico del Milan sono stati sicuramente gli infortuni, che l’hanno costretto a fare scelte differenti e a cambiare il modulo in corsa.

Dopo i primi successi stagionali contro Parma e Lazio, sono arrivate la sconfitta contro la Juventus e il pareggio contro l’Empoli: nonostante tutto, a quel punto della stagione, il Milan occupava le posizioni che contavano della classifica di Serie A. Qualcosa poi si è incrinato quando il Milan è passato al 4-3-2-1: sono cambiate le dinamiche di squadra e i risultati sono mancati. Gli esperimenti del trequartista e dell’albero di Natale non hanno portato i frutti sperati, così come un breve ritorno al 4-3-3 ma senza i giusti interpreti. Ora che i giocatori migliori sono rientrati e il modulo è finalmente quello corretto, cominciano anche ad arrivare i primi risultati e le prime prestazioni convincenti. La speranza è che non sia troppo tardi.

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