Il 3 giugno è il Carlo-day, ma se dovesse dire no ecco le alternative

Si fa sempre più intrigante la vicenda per riportare Ancelotti al Milan. Dopo l’incontro di oggi a pranzo Galliani non ha certamente strappato nessuna promessa e nessun sì ma ha aumentato le percentuali di riuscita dell’affare. O la va o la spacca, detta in termini semplici, ci sono il 50% di possibilità che venga e le stesse che confermi il no di questi quattro giorni. Mercoledì 3 giugno il tecnico di Reggiolo si esprimerà e conosceremo tutta la verità.

Ma nell’attesa della fatidica data la società dovrà muoversi preventivamente e ‘bloccare’ le possibili alternative in caso di fumata nera da Madrid. Tanti i nomi accostati ai rossoneri anche se ormai la cerchia sembra stringersi. Il nome di Sinisa Mihajlovic rimane sempre forte dalle parti di via Aldo Rossi. Un paio di mesi fa sembrava vicino l’accordo con il serbo ma ad oggi, per tutti, il suo futuro si tingerà di azzurro, con De Laurentiis che avrebbe scelto lui per il dopo Benitez. L’ex difensore rimane comunque una pista calda nonostante il sorpasso partenopeo.

In ribasso sembrano essere le quotazioni di Unai Emery, fresco vincitore della seconda Europa League consecutiva con il suo Siviglia e che non si è sbilanciato sul futuro ma ha soltanto dichiarato di essere orgoglioso che il suo lavoro venga apprezzato da altri club. Restando in Italia salgono, seppur non in maniera vertiginosa, le possibilità di Vincenzo Montella, destinato secondo indiscrezioni a diventare l’alternativa più credibile ad Ancelotti se dovesse saltare anche Mihajlovic. Il punto di stallo in questo caso resta la clausola rescissoria con la Fiorentina: 5 milioni che il Milan non intende sborsare ma che potrebbero essere uno scoglio non impossibile da superare. Sempre sul fronte italiano, sullo sfondo, troviamo il nome di Roberto Donadoni. Da grande ex ogni volta che c’è un cambio sulla panchina del Milan, il suo nome esce. Il suo amore per questi colori e la sua voglia di tornare non sono mai stati nascosti ma la sensazione è che il suo profilo non riscaldi troppo la passione di Berlusconi.

Meno di una settimana e sapremo chi sarà il prossimo mister rossonero, che dovrà essere bravo e intelligente nell’impresa di rilanciare un grande club ferito da due stagioni in cui le ombre hanno dominato sulle luci.

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