Mr. Bee si racconta: “A 14 anni facevo il lavapiatti, ecco come sono diventato grande. O il Milan o niente, ho una vera passione”

Bee Taechaubol, in Italia più noto come Mister Bee, è un nome ormai sulla bocca di tutti i tifosi del Milan, perché molti sperano possa essere l’uomo giusto per risollevare le sorti di una squadra in declino. Le modalità dell’ingresso in società sono ancora da definire ma, nel frattempo, l’intervista pubblicata da goal.com ci permette di conoscere meglio il trentanovenne broker thailandese con la passione del calcio. “Ho iniziato a seguire il calcio in Australia, negli anni ’90, e ho sempre pensato: o investo sul Milan, o nulla. Mai avrei potuto essere coinvolto in un altro club e avrei declinato qualsiasi altra iniziativa: il Milan ha un potenziale illimitato”.

Tecnicamente un broker, Mister Bee è il più classico esempio di self man made, specializzato nel rilevare aziende in difficoltà per rivalutarle e trasformarle in realtà di successo: “Ho contatti in grado di sostenermi e di essere miei soci. Ho sempre avuto proposte di società e collaborazioni in affari sparsi in tutto il mondo. Nel tempo ho potuto conoscere tante persone nei settori più disparati; se volessi investire su qualcosa non sarebbe difficile trovare un partner interessato a seguirmi”. Per quel che riguarda il Milan, però, non si tratta solamente di affari: “La Baronessa Rothschild mi segnalò che era possibile un investimento nel Milan e mai mi sarei lanciato nell’affare se non avessi nutrito una vera passione. Mai avrei deciso di investire in un altro campionato”.

Trentanove anni, diversi milioni di bath in banca ma una personalità lontana dagli eccessi del lusso e della ricchezza, anche perché plasmata da una vita all’insegna del lavoro. “A 14 anni facevo il lavapiatti e a 16 ero già nel business immobiliare”- spiega Taechaubol -“Ho lavorato in un ristorante di proprietà dei miei genitori in Australia, volevano che imparassi le vere difficoltà della vita. La mia famiglia aveva lasciato gran parte dei suoi investimenti in Thaliandia e, nel 1997, quando scoppiò la crisi del Sud-Est asiatico, si trovò piena di debiti. Quando lasciai l’Australia – dove sono cresciuto e dove sono diventato ingegnere civile, avevo solo 2.000 dollari australiani in tasca. Per vivere ho lavorato in diverse aziende. Grazie al cielo, sono stato coinvolto in parecchi business nei quali ho comprato a poco e venduto a molto”. Nelle prossime settimane sapremo se anche il Milan entrerà nel suo curriculum.

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