Senza testa perdersi è un attimo

ciò a cui abbiamo assistito domenica sera al San Paolo è l’esempio di una situazione mentale decisamente in bilico. Parliamo di tutto il Milan, ma in particolare di Mattia De Sciglio. Il ragazzo rientrava dall’infortunio da titolare e in lui erano riposte molte speranze di tornare a far bene: l’episodio del calcio di rigore con annssa espulsione dopo solo 50 secondi mostra ancora una volta una certa debolezza mentale. Il fallo inutile all’interno dell’area di rigore denota un approccio alla gara distaccato e superficiale che ha messo in difficoltà i compagni e ha fatto pagare un prezzo alto al diavolo.

Delusi i tifosi che in lui ancora credono, delusi i compagni di squadra che da un giocatore come lui si aspettano determinate prestazioni, proprio come ha detto Giacomo Bonaventura ai microfoni di Sky Sport prima di rientrare negli spogliatoi all’intervallo: “Dovevamo usare la testa e non l’abbiamo fatto. Era fondamentale l’approccio, abbiamo sbagliato perché dopo un minuto ci è stato fischiato contro un rigore che c’era: adesso diventa difficile. Dopo qualche gara che non vinci la concentrazione dovrebbe salire, invece oggi abbiamo iniziato male“. L’uso del plurale non nasconde la nota di biasimo nei confronti di chi quel fallo l’ha commesso.

Il fatto è che De Sciglio va recuperato. Prima di tutto perché tecnicamente e come potenziale calcistico può ancora dare e non è scarso come in molti dopo questo scivolone lo dipingono. Secondo perché il problema è evidentemente psicologico del momento e dunque su questo aspetto si può lavorare per far tornare il terzino che abbiamo potuto ammirare negli ultimi anni in rossonero e in nazionale. Parlare di mercato e venderlo subito pare una sciocchezza proprio quando sta tornando in auge la moda dei giovani e italiani nella rosa del Milan. Recuperare De Sciglio per ripartire deve essere una priorità.

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