La cessione di Menez (e De Jong) avrebbe una sola logica

Piermaurizio Di Rienzo è giornalista professionista dal 2006 e coordinatore dei contenuti di SpazioMilan.it dal 2012. Dopo quasi un decennio di redazioni (Il Giornale, Leggo, Libero, Radio Lombardia e Sole24Ore), si è occupato per oltre due anni della comunicazione di alcune tra le più importanti manifestazioni fieristiche europee per poi intraprendere la strada di Food&Beverage Manager e CEO di una società del settore moda a Milano. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” ogni domenica su Radio Reporter. E’ direttore editoriale della free press pomeridiana Mi-Tomorrow.

“Credo che un sacco di allenatori vorrebbero avere un problema da 16 gol”. Le parole di Kevin Menez, fratello e agente di Jeremy Menez, tradiscono la preoccupazione di tanti tifosi rossoneri: il francese è diventato un capro espiatorio. Si dice che sia indisciplinato, che non sia uno in grado di fare gruppo, che abbia il carattere difficile da gestire. Tutto vero, forse. Così come è altrettanto vero che oggi l’ex attaccante del Paris Saint Germain è uno dei (pochi) elementi della rosa del Milan in grado di garantire, se venduto, un po’ di soldini.

Poche storie, cari tifosi: qui c’è bisogno di rastrellare denari sul mercato. E il club rossonero deve pur provare a vendere qualcosa. Le entrate non arriveranno dai vari Honda, Poli, De Sciglio, Rami o chi volete voi. I pezzi pregiati di questo Milan sono Menez, appunto, e Nigel de Jong. Altro, guarda caso, finito più volte sul banco degli imputati dal punto di vista della disciplina tattico, quanto uno dei pochi ad essere quasi sempre sopra la sufficienza in due stagioni (la scorsa e quella attuale) tutt’altro che brillanti a livello di squadra.

Insomma, il Re è nudo. L’operazione di disincanto è appena iniziata. Il Milan cercherà di vendere sia l’olandese, sia il francese. In panchina siederà un allenatore che ripartirà con un progetto nuovo. E qualcuno “venderà” la storia di una presunta incompatibilità di Menez e De Jong con le idee del nuovo tecnico. Per carità, non siamo al 2012 quando partirono Thiago Silva, Ibrahimovic e tutti i “Senatori”. Ma vendere i pochi “presentabili” è qualcosa di incomprensibile. Se non sotto il profilo squisitamente finanziario. Parlino chiaro, però: o si ricostruisce la squadra o si risollevano le casse. Due aspetti inconciliabili. Forse con l’aiuto di un Mr. X dall’Asia si potrebbe centrare il primo obiettivo. Altrimenti, si guarderà al secondo. Con buona pace di Menez e famiglia.

Impostazioni privacy