A Napoli salvata la dignità

La stagione ormai assomiglia sempre più a un film di Dario Argento e per questo molti tifosi milanisti non guardano neanche più la classifica di serie A. Per i più coraggiosi che si accingono a scorrere le squadre fino a imbattersi nei rossoneri consigliamo di analizzare la classifica in maniera più precisa. Si accorgeranno che con il 3-0 di Napoli, le sconfitte sono diventate più delle vittorie, dieci contro undici. E se nel calcio contano i risultati e contano le vittorie, questa squadra non sembra voler rispettare la prima regola assoluta di questo sport. Se poi ci aggiungiamo i 13 pareggi, ecco che i numeri rendono ancora meglio l’idea del disastro.

Va detto che quella del San Paolo, terza sconfitta consecutiva, arriva in maniera quasi scontata dopo la più veloce espulsione nella storia della serie A: De Sciglio dopo appena 43 secondi.  Anzi, una volta sventata la minaccia con San Diego Lopez che ha respinto il rigore di Higuain, il Milan non è crollato, si è rialzato e per settanta minuti ha retto. Ieri sera almeno la prestazione, la voglia e l’impegno si sono visti. Rispetto alle vergognose, calcisticamente parlando, partite contro l’Udinese e il Genoa, contro gli azzurri si sono visti timidi segnali di risveglio, forse inutili, ma che almeno potranno servire per salvare la faccia nelle ultime quattro gare.

La compattezza e l’equilibrio difensivo sono le basi dalle quali ripartire: giocare tutta la gara in inferiorità numerica, cercando comunque di ripartire sono elementi ai quali Inzaghi deve aggrapparsi. E se consideriamo che al San Paolo mancavano per squalifica il miglior giocatore della stagione, Menez, e uno dei più in forma, Mexes, questo non fa altro che ben sperare per l’immediato futuro. Certo il castello costruito dopo l’espulsione era destinato a crollare appena gli uomini di Benitez avessero trovato il vantaggio. E così è stato, perché dopo il destro chirurgico di Hamsik, in dieci minuti è arrivato il gol di Higuian e la zampata di Gabbiadini. La squadra si è sciolta, la concentrazione è venuta meno e l’inevitabile è diventato certezza.

Una sconfitta che non fa più neanche tanto rumore: i giocatori ormai sono usciti dal campo più volte con la testa bassa che con le braccia al cielo. Un’abitudine non da grande squadra, non da Milan. Salvare la faccia in questo hannus orribilis è rimasto l’unico obiettivo. In attesa dell’anno prossimo, in attesa di uno nuovo vento asiatico….

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