Jacobone in “Dal mercato a Mihajlovic, tutto sul nuovo corso rossonero”

Finita l’intera stagione calcistica, ecco riaffacciarsi il calcio mercato con le sue trattative vere e presunte. Il fermento che caratterizza i mesi estivi con i tifosi attaccati ai loro smartphone e le generazioni passate in coda all’alba per accaparrarsi le prime copie dei quotidiani sportivi, dovrebbe rivedere tra i protagonisti anche la società rossonera. Assente da questo palco da diverse sessioni di mercato che hanno visto atterrare a Milanello solo parametri zero e prestiti con l’elastico, l’Ac Milan sembra, almeno a parole, essere pronto a dar battaglia per l’acquisizione di giocatori di spessore. A parole, appunto. Ed è questo il fantasma che intimorisce l’ambiente rossonero e i suoi sostenitori. Parole spese nel recante passato, con estrema superficialità, sapendo di mentire e soprattutto illudendo una tifoseria che ha impiegato diversi mesi, troppi a mio avviso, a svegliarsi.

Arrivati a toccare il fondo ed addirittura arrivati a scavare, la dirigenza rossonera ha piano piano preso la consapevolezza della necessità di passare la mano, anche se solo parzialmente. Le verità non sono assolute ma sempre più lontane da quelle riportate sulla carta stampata sportiva e dai media complementari. Le montagne russe che hanno visto Mr Bee salire e scendere nelle graduatorie per l’acquisizione dell’ AC Milan, hanno visto sciami di professionisti della penna, riportare “soffiate” da corridoio con troppa facilità. E sposare questa recente e diffusa abitudine, li ha visti trovarsi spesso e volentieri in fuori gioco. Ognuno ha le sue fonti, è vero. Ma pur non essendo un giornalista, il sottoscritto continua a fidarsi degli uccellini che dal 2009 gli avevano preannunciato con scientifica precisione, gli incubi ai quali i milanisti sarebbero andati incontro. Le preannunciate cessioni di Kakà prima e Thiago Silva insieme ad Ibra poi, sono solo alcune delle informazioni giunte alle mie orecchie e che si sono rivelate, purtroppo aggiungerei, tutte veritiere. Continuo quindi a fidarmi delle mie fonti e con fermezza rinnovo l’appello a diffidare da notizie di investitori che non siano Mr Bee.

Come da me riportato in un passato articolo (https://www.spaziomilan.it/2015/05/jacobone_guestbook_bee_milan/) e dichiarato durante le puntate che mi hanno visto ospite a SportItalia, non ci sono mai state altre cordate cinesi o arabe interessate all’acquisizione della parte sportiva dell’ Ac Milan. Nessuna “madama” misteriosa ha quindi mai messo in dubbio l’accordo tra Silvio Berlusconi e il discusso Mr Bee. Le visite della signora del mistero dagli occhi a mandorla a Casa Milan, erano infatti solo ed esclusivamente finalizzate a porre le basi per approfondire lo speech avuto riguardo lo stadio rossonero di prossima costruzione. Sarebbe bastato verificare i curricula dei presenti, per capire facilmente che facevano tutti riferimento alle imprese edili più famose d’Asia nella costruzione di mega impianti in tutto il mondo. Staremo a vedere. La chiacchierata sfacciataggine del broker che avrebbe indispettito il presidente, è quindi figlia di fantasiose e acrobatiche teorie utili solo a riempire le colonne degli articoli e vendere qualche copia in più.

Berlusconi è costretto a vendere e farà più velocemente di quanto se ne parli in giro. I conti della Fininvest e la sua famiglia glielo impongono e così sarà. Ma come piace a Silvio ed al suo alimentato ego, questo dovrà accadere con una forma che non corrisponderà al nero su bianco che inevitabilmente deve contenere la verità. Il fumo e le illusioni che hanno caratterizzato questi ultimi anni di gestione Milan, hanno sorpreso anche i concreti e decisi manager d’oriente. Sorpreso dall’esigenza di dire alla gente cose non corrette, Mr Bee si è però tappato il naso di fronte a questo copione da teatrino di provincia.Il suo scopo e quello degli investitori, era di mettere piede nell’ac Milan. Ci sono riusciti e questo è quello che per loro conta davvero.

Tornando al calcio giocato, restiamo in attesa di scoprire quale sarà il nostro futuro. L’unica certezza è quella relativa alla firma del nuovo allenatore rossonero, Sinisa Mihailovic. Auspicata da me più volte, non potendo arrivare ad Antonio Conte, l’ex nemico calcistico di fede nerazzurra, è uno tra i pochi ad aver regalato bel calcio nella passata stagione. Brillante e mai scontato, non sono sicuro possa trasformare l’attuale accozzaglia in giocatori da Milan, ma ho la certezza che non assisteremo più a patetiche e telecomandate dichiarazione pre e post partita. E che se non riuscirà ad insegnar loro calcio, almeno regalerà loro un paio di calci. Piccole soddisfazioni in attesa di meglio.

Scottato dalle recenti stagioni farcite da altisonanti nomi e mister X mai arrivati, concludo questo articolo eludendo l’argomento calciomercato e dicendo la mia, da tifoso, circa la finale di Champions che ha visto il Barcellona vincere il ennesimo titolo.
Senza ipocrisia e frasi da libro cuore che non mi appartengono, non ho lesinato post sui social networks che esprimessero la mia soddisfazione da tifoso milanista per il risultato finale. Senza sterili offese ma con il fare pungente che mi caratterizza, ho coniato post da almanacco del gufo calcistico. Come me, lo hanno fatto in moltissimi anche se non tutti. Da Torino sponda granata a Napoli, passando per Firenze e perché no la capitale, l’Italia si è dimostrata meno patriottica di quello che alcuni benpensanti avevano ipotizzato.
Lo sdegno e i commenti alla Don Mazzi, si sono rapidamente diffusi come se ci fosse stato vilipendio alla bandiera. Dimenticatesi dei caroselli post Istanbul e delle rime su Boli, post O. Marsiglia, parecchi tifosi juventini di sono indignati per l’eccessiva, a loro avviso, esultanza alla loro sconfitta.

Ricordando che il campanilismo calcistico è forse l’ultimo pizzico di sale che da ancora sapore al nostro sciapo campionato, sentire parlare di mancanza di sportività da parte dei tifosi di mezza italia, mi fa davvero sorridere ed domandare, ma siete seri?
Essere sportivi vuole dire accettare le regole dello sport. Lo sport è competizione. La competizione crea avversari. Gli avversari sono, sportivamente parlando, dei nemici. E ai nemici non si augura di vincere.

Se poi vogliamo parlare seriamente di sportività, a chi si si è scandalizzato con il sottoscritto e i molti altri tifosi per aver esultato alla sconfitta bianconera, ricordo che quando a competere è una squadra che si è vista coinvolta in tutti gli scandali calcistici degli ultimi anni (calciopoli, doping, Gea), tifare contro è quantomeno un inno allo sport!

Vi aspetto su Twitter (@nonevoluto) e su Facebook alla pagina “Milanisti Non Evoluti 2.0″,
Alessandro Jacobone

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