La Francia chiama Mastour: ma il futuro del Milan ha un prezzo?

È arrivata fulminea e parzialmente inaspettata e, se non fosse stata tirata in ballo in relazione all’affare Ibrahimovic, probabilmente l’eventuale cessione di Mastour sarebbe passata persino sotto traccia. Ebbene il PSG è realmente interessato al gioiellino classe ’98, valutato una cifra tra i 5 e i 7 milioni di euro e possibile contropartita nella trattativa che riporterebbe lo svedese a Milano. Tanti soldi per un diciassettenne che non ha mai messo piede sul campo della serie A, pur avendo già esordito con la nazionale marocchina, ma una trattativa concettualmente incomprensibile sotto diversi aspetti. Seppure con contorni diversi, una situazione che ricorda la cessione di Cristante dello scorso mercato estivo, solo parzialmente dimenticata grazie all’acquisto di Bonaventura.

Onde evitare di confondere strumentalmente le idee, bisogna svincolare il discorso Mastour da quello relativo a Ibrahimovic, perché sarebbe limitativo parlare di uno scambio tra calciatori in momenti diametralmente opposti delle rispettive carriere. Se il cartellino dello svedese è valutato poco più di 5 milioni, siamo di fronte a una cifra che non è impossibile trovare altrove, soprattutto nell’estate in cui la proprietà rossonera ha rimesso a disposizione un budget importante per il mercato. L’italo-marocchino può essere il simbolo di quella schiera di giovani, soprattutto classe ’98, che il Milan custodisce gelosamente come garanzia per il proprio futuro. Talenti cristallini che non possono avere prezzo perché, se dovessero mantenere le aspettative, acquisterebbero un valore nemmeno paragonabile a quello per cui sono valutati attualmente. La società ha mostrato di credere nei vari Mastour, Locatelli, Cutrone, Donnarumma, Lamas e via dicendo, firmando contratti da professionisti che non possono essere rinnegati alla prima offerta e al primo spiraglio di plusvalenza. Una cessione significherebbe contraddire la politica del settore giovanile, vanificare il lavoro di tecnici e dirigenti e soprattutto dare un prezzo al futuro del Milan, che non può e non deve essere quantificato.

Nello specifico, la gestione di Mastour si è divisa tra una sovraesposizione mediatica e una crescita cominciata negli Allievi e proseguita fino alla Prima Squadra, passando per la Primavera e bruciando le tappe a livello anagrafico. In campo tante assenze dovute a piccoli infortuni e distillati di prestazioni corroborate da qualche passaggio a vuoto ma anche da numeri pazzeschi, sintomo di un talento fuori dal comune. Quando Brocchi lo ha avuto a disposizione, non gli ha mai negato minuti con la Primavera, mentre a Casa Milan si è deciso di privilegiarne una crescita con allenamenti in Prima Squadra, pur senza mai fargli mettere piede in campo in una partita ufficiale. Presto per capire se tanti sprazzi di talento diventeranno una gemma preziosa ma, nel frattempo, si può pensare a un percorso diviso tra Primavera e Prima Squadra, oppure a un prestito in una squadra italiana con meno concorrenza. Valutazioni e strategie da mettere a punto, a patto di dimenticarsi di quei 5 milioni di taglio francese che, quando in ballo c’è il futuro del Milan, non possono essere barattati con una manciata di sogni.

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