José Mauri studia da regista per un futuro oltre i limiti di De Jong

Una delle novità osservate nelle prime due amichevoli della stagione rossonera è stata l’impiego di José Mauri che, arrivato come svincolato dopo il fallimento del Parma, sta cominciando a prendere confidenza con le zone del campo più adatte alle sue caratteristiche. Utilizzato spesso da Donadoni come mezzala, il centrocampista classe ’96 si è formato nel ruolo di mediano davanti alla difesa, ed è proprio in quella posizione che ha scagliato i primi calci con la maglia milanista. Complice l’assenza di De Jong, Mihajlovic ha scelto di consegnarli le chiavi del centrocampo, seppure al cospetto di avversari certamente non di alto profilo.

Il risultato, per quel che possono contare le amichevoli di metà luglio, è stato decisamente positivo, perché l’italo-argentino non ha mai temuto di proporsi per iniziare la manovra. Tanti palloni giocati e pochissimi sprecati, con lo zelo caratteristico di chi si sta cimentando i n un ruolo delicato e nevralgico in qualsiasi formazione, soprattutto se con un centrocampo a tre. Una questione di doti atletiche, tecniche ma anche di personalità che, considerando i soli diciannove anni, non sembra difettare al ragazzo con passaporto italiano.

Il ruolo di centrocampista centrale davanti alla difesa è di importanza vitale, e non è un caso che la dirigenza rossonera era pronta a spendere 40 milioni di Euro per portare a casa Kondogbia. Perso il francese per mano dell’Inter, Galliani si è cautelato con il rinnovo di De Jong, bravissimo interditore ma anche limite della manovra di costruzione della squadra. Con un Montolivo al rientro e con una difesa che faticherebbe a sostenerlo nel ruolo di playmaker basso, José Mauri può essere quel progetto di giocatore che, unendo quantità e qualità, vuole conquistarsi le chiavi del centrocampo rossonero.

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