Luiz Adriano: “Voglio fare la storia del Milan, mi ispiro a Sheva. Sinisa? Un professore. Su Ibra…”

Buona la prima: derby vinto e prestazione di livello. Per Luiz Adriano l’impatto in rossonero è stato subito forte e positivo, lo conferma lui stesso nell’intervista di stamane a La Gazzetta dello Sport e Tuttosport.

Perché il Milan: “L’inizio è stato ottimo. Si lavora con maggiore intensità rispetto allo Shakhtar. E i compagni stanno facilitando il mio inserimento, in particolare i brasiliani Alex e Rodrigo Ely. Anche i membri dello staff tecnico mi parlano lentamente, per farsi capire bene. Berlusconi mi ha trasmesso fiducia e serenità. Non solo a me: a tutto il gruppo. Milan? Ho parlato con mia moglie, con mio padre, con Lucescu e con Pato. E ho pensato che fosse il momento di affrontare questa sfida. Il Milan ha una storia grande: io voglio entrarci“.

Sullo Shakhtar: “Come mai sono rimasto lì 8 anni? Perché presidente e allenatore non volevano vendermi. E poi c’era un gruppo di giocatori, tra cui molti brasiliani, che è cresciuto insieme. Non era semplice andare via. La guerra? A Donetsk per fortuna ci ha solo sfiorati. Io e la mia famiglia non abbiamo avuto paura perché i combattimenti più duri erano in altre città“.

Sulla “maledizione” della maglia numero 9 del Diavolo: “Non mi curo di queste cose. La maglia numero 9 ha un fascino incredibile ed è ora che torni a segnare. Modelli? Al Milan ci sono stati tanti brasiliani, ma il mio punto di riferimento è Shevchenko, che arrivò in rossonero da Kiev“.

Sugli obiettivi: “Dopo aver vinto sei campionati in Ucraina voglio riuscirci anche in Italia. Se mi mancherà la Champions? Mi mancherà, sicuro. Ma la giocherò tra un anno con il Milan. La Juve? E’ una grande squadra. Ma sono forti anche l’Inter, la Roma. Il Milan. Nessuno è favorito“.

Su Bacca: “Io e Bacca stiamo cercando la formula migliore, ma non ci sono problemi. Contro l’Inter sono tornato un po’ più indietro perché la partita lo richiedeva. Se torna Ibra? Ci integreremmo alla perfezione, è un campione. Ma il mio idolo resta Ronaldo, il Fenomeno“.

Su Pato: “Ho parlato con lui prima di imbarcarmi da San Paolo, mi ha detto che il Milan è un grande club. E’ convinto che farò molto bene in Italia. Mi ha spiegato un po’ di cose e mi ha assicurato che mi ambienterò in fretta. La mia carriera e quella di Pato hanno svoltato insieme, con la vittoria nel Mondiale per club del 2006“.

Sulla miglior coppia della Nazionale brasiliana: “Neymar-Luiz Adriano. E se farò bene con il Milan conquisterò un posto nella Seleçao“.

Sul famoso gol segnato a gioco fermo in Champions: “Segnai al Nordsjaelland senza essermi accorto che avrei dovuto restituire il pallone ai nostri avversari. Ero girato dall’altra parte, non avevo visto cosa era accaduto. Chiesi scusa, ma mi squalificarono per un turno e non potetti sfidare la Juve. La cinquina al BATE? Ricordo quella partita e quelle emozioni. Segnai altri tre gol al Bate al ritorno“.

Da Lucescu a Mihajlovic: “Per me Lucescu è un secondo padre. Il primo anno a Donetsk faticavo ad ambientarmi, non sopportavo freddo e solitudine. Lui mi parlava a lungo, mi rasserenava. Ha avuto tanta pazienza. Mi ha detto che posso giocarmi le mie carte con serenità. Mi ha detto di restare tranquillo e usare la testa. Mihajlovic? Il professore è molto severo ed esigente. Come Lucescu“.

Su Silvio Berlusconi: “Mi ha trasmesso fiducia e serenità. Non solo a me: a tutto il gruppo“.

(Foto: AcMilan.com)

Impostazioni privacy