Tournée fa rima con cache

Corsi e ricorsi storici. Il Milan ritorna sul luogo dell’ultimo trofeo alzato e si riscopre piccolo piccolo. Negli ultimi quattro anni la Cina è cambiata: si è avvicinata molto al calcio, anche grazie agli italiani Lippi e Cannavaro, ha cercato di studiare questo sport e con i soldi ha provato a copiarci anche le emozioni che ne derivano. Risultato: il Milan parte domani per la tournée asiatica e ritorna dopo quell’agosto del 2011 (vittoria della Supercoppa italiana, 2-1 sull’Inter) dove si era celebrato l’ultimo ruggito di una società che poi ha smesso di correre. Ma col sergente Mihajlovic, adesso, tutto sembra possibile.

La chiamano “memoria cache” e praticamente corrisponde al cervello umano: è quella memoria veloce che assimila i dati più recenti di un dell’hardware di un computer. Come per magia, il Milan in Asia si riscopre vincente e bello da fotografare: flash, autografi, grande entusiasmo. Sembra di stare su un altro pianeta, messo a paragone con i fischi e le contestazioni dell’ultima stagione. Ma adesso si vuole cambiare faccia alla squadra, in campo e grazie al mercato. Il primo appuntamento è in programma il 25 luglio, si gioca subito il derby contro l’Inter di Mancini e Kondogbia. Poi sei giorni dopo l’ultima sfida contro il Real Madrid: se l’anno scorso la tournée americana portò solo brutte figure, ora il Milan no8n può più permettersele. La competizione nella quale il Milan è coinvolto si chiama International Champions Cup e fra Cina, Australia e America vanta squadre del calibro come PSG, Manchester United e City, Barcellona, Chelsea. Obiettivo numero uno: evitare figuracce.

Il Milan, dopo aver partecipato all’edizione americana dell’anno scorso, vola questa volta in Cina dove c’è tutto un mercato, quella asiatico, ancora da sfruttare. A livello di introiti commerciale, cerco, ma anche a livello economico: la quotazione alla borsa di Hong Kong arriverà presto e le basi del futuro, caro Milan, si getteranno già a partire da domani.

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