Bellinazzo: “Ecco come cambia il Milan con Mr. Bee”. E ci potrebbe essere il terzo AD

Direttamente dal suo blog Marco Bellinazzo, giornalista de “Il Sole 24 ore” e vicino alle vicende di Casa Milan, si esprime così sulla trattativa Bee – Berlusconi, giunta ormai alla conclusione.

Poco prima delle 22 del 1° agosto è stato sigillato il patto vincolante fra il presidente del Milan Silvio Berlusconi e Mister Bee. Dopo il rituale e sempre suggestivo giro a Villa Certosa e una cena veloce, si è sancito il percorso per il passaggio del 48% del club rossonero alla cordata cino-thailandese che sostiene Taechaubol per 480 milioni di euro. Una cifra elevata che si giustifica con il meccanismo finanziario con cui si determinerà il cambio della guardia sulla plancia della nave rossonera (la quotazione in una Borsa orientale per la quale occorreranno tra i 18 e i 24 mesi, almeno) e per le potenzialità che mister Bee intravede nello sfruttamento del brand Milan sui mercati asiatici. Il patto vincolante andrà ora messo nero su bianco dai consulenti delle due parti secondo le indicazioni emerse nel briefing sardo per giungere al closing entro la fine di settembre. Entro questa data mister Bee dovrà versare i soldi promessi e otterrà le azioni che gli consentiranno di inserire sui uomini di fiducia nel cda rossonero. In quest’ottica la fiducia tra i partner (tornati questa notte a Milano) è totale e non sono previste caparre o penali milionarie a blindare l’intesa. Chiaramente quella di Bee non sarà una mera partecipazione di minoranza, “passiva”, ma al nuovo socio di “para-maggioranza” sarà riconosciuta voce in capitolo su tutte le decisioni strategiche che riguarderanno il futuro dell’azienda Ac Milan.
Sullo sfondo resta da capire chi saranno in futuro i nuovi proprietari del Milan. Nelle ultime settimane si è discusso della possibilità che nella cordata di Taechaubol entrasse formalmente il fondo d’investimento Doyen di Nelio Lucas già consulente sportivo di mister Bee e (non più ufficialmente) di Adriano Galliani. Tuttavia, su questa soluzione incombe lo spettro di un divieto più ampio della Fifa che dopo aver bandito le Tpo, l’acquisto di parti di cartellini di giocatori da parte dei fondi, potrebbe vietare anche la loro partecipazione al capitale dei club calcistici. Divieto che potrebbe diventare realtà soprattutto se Platini arcinemico dei fondi dovesse ascendere al trono dell’organizzazione del calcio mondiale.
Ads Securities, società di brockeraggio con sede ad Abu Dhabi avrà un ruolo più tecnico legato alla preparazione del dossier quotazione e a finanziare parzialmente l’operazione. Gran parte della provvista sarà fornita da China Citic Bank, banca commerciale controllata dalla China International Trust and Investment Corporation (CITIC), con un patrimonio di oltre 475 miliardi di dollari, che fa capo al Governo cinese. Quest’ultima, proprietaria della squadra di calcio Pechino, che milita nel massimo campionato cinese, potrebbe avere dopo lo sbarco in Borsa il ruolo di socio industriale della Fininvest ovvero di nuovo proprietario del club rossonero nel caso in cui il Biscione decidesse di uscire completamente. Tuttavia sarà formato un pool di istituti finanziari “garanti” che dovranno assicurare la buona riuscita della collocazione sul listino di Hong Kong (o in alternativa Singapore) e la “tenuta” del prezzo dei titoli. Vendere sul mercato il “sogno” Milan non appare proibitivo a patto che da qui a due anni i conti della società vengano messi a posto e la squadra torni a calcare stabilmente il palcoscenico internazionale. Nessuno sforzo a breve sarà lesinato, secondo quanto trapela dagli ambienti di Casa Milan, per aumentare il tasso tecnico dell’organico.
Del “sogno” Milan fa parte integrante anche San Siro, considerato come la Scala del calcio italiano ed europeo, per cui anche il progetto stadio andrà rivisito in base a parametri di sostenibilità dell’investimento (quanto costerà la bonifica?) e di ritorni commerciali. Se ne riparlerà dopo il closing (soluzione certamente non gradita a Barbara Berlusconi che crede fortemente nel progetto “Portello”).
Viceversa la Figc sarà chiamata a valutare in vista della chiusura dell’accordo definitivo, alla luce delle nuove regole di onorabilità sancite dopo il default del Parma (nel consiglio federale del 26 marzo 2015), per chi acquista almeno il 10% di un club, la “reputazione” di mister Bee e di eventuali altri suoi soci, la consistenza e validità finanziaria della sua proposta (convalidata da una banca di rilevanza nazionale). In definitiva, il suo “rating” reputazionale. Dunque, andrà fatta piena chiarezza sull’assetto della sua cordata e dei suoi partner“.

Questione organizzativa societaria: inoltre come si legge chiaramente da un’ansa battuta alle ore 15.21 il Milan starebbe pensando addirittura alla soluzione di terzo Ad come responsabile di marketing e settore commerciale extra-Europa.

Impostazioni privacy