Ibra e Romagnoli arriveranno per Menez e Paletta. E sullo stadio…

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Ben svegliato a chi pensava che dopo due anni da tregenda i problemi del Milan si potessero risolvere in un batter d’occhi. L’Allianz Arena è stata una puntuale e salutare sveglia. Soprattutto per quei tifosi che si illudono facilmente e poi sono pronti a buttare tutto nella spazzatura. Non per la società, che da inizio estate ha ben chiaro che cosa bisogna fare. L’organico messo a disposizione di Mihajlovic è stato costruito con la consapevolezza che ad agosto sarebbe arrivato Ibrahimovic. Tutti i tasselli sono stati infilati proprio in attesa di Ibra. Così com’è infatti la squadra non ha una gran logica. La difesa bassa non accompagna l’azione. La squadra lunga è alla mercé degli attacchi avversari. Il centrocampo è povero di idee e ricco di incursori pronti a buttarsi negli spazi. Non c’è un vero trequartista ma 2-3 buoni gregari che però hanno bisogno del “punto di riferimento” in attacco. Gli attaccanti non riescono a “tenere su” un pallone, sono uomini d’area, non fanno reparto da soli. Questo contesto tattico non avrebbe ragione di esistere senza Ibra. Lo ripetiamo da mesi. E Ibra arriverà. E’ lui che ci cambierà la squadra e la stagione. Darà una grossa mano anche a Mihajlovic, alle prese con i primi rilassamenti mentali e le prime carenze di attributi. Lui, a differenza dei “tecnici” che lo hanno preceduto, se n’è accorto subito. I tempi? Come sempre con Ibra bisogna aspettare la fine di agosto, quando chi detiene il cartellino avrà la rosa stracolma e una sola offerta sul tavolo, quella del Milan. Galliani però ha già in mano la promessa di Raiola, che non è poco.

Nel frattempo Mihajlovic deve continuare a creare la squadra e capire chi gli può essere utile. La strada degli allenamenti “veri” mi sembra la migliore: dopo tanti anni rivedo giocatori che sembrano atleti durante la preparazione e non le inquietanti “pancette” delle ultime estati. Speriamo che il trend prosegua durante la stagione. Nei prossimi giorni arriverà Romagnoli, per il quale la Roma non può sfogliare la “margherita” delle offerte, ma deve rapidamente “accontentarsi” dei 25 milioni rossoneri. Non gli farà posto Alex che mi ricorda l’ultimo Robinho come motivazioni e voglia di andare al Santos, ma purtroppo il “sacrificato” sarà Paletta. In attacco il grave infortunio di Niang, blocca Matri che alla fine potrebbe essere utile alla causa viste le difficoltà di adattamento della coppia Bacca-Luiz Adriano. Un altro che non rientra nei piani di Miha è Alessio Cerci, che negli ultimi giorni di mercato potrebbe essere al centro di uno scambio con l’Inter. Candidato numero 1: Freddy Guarin. E infine a proposito di Inter, la cessione di Menez, scontata, obbligata appena arriverà Ibra. “Che c’entra l’Inter?“, direte voi. La destinazione naturale del francese è il Monaco dove già El Shaarawy è partito forte. Se Galliani, rimasto in ottimi rapporti con i dirigenti monegaschi nonostante (o grazie a) l’affaire Kondogbia, riuscirà a cedere anche Menez nel Principato, avrà fatto pagare all’Inter la campagna di sfoltimento del Milan. Sommate gli eventuali introiti dei cartellini di El Sha e Menez è la cifra che verrà fuori sarà magicamente il costo di Kondogbia. Meditate.

E a proposito di magia, notiamo che in questi giorni è arrivata la manona gigante del rendering a portare via il plastico dello stadio. Esattamente un mese fa l’amministratore con delega ai “progetti speciali” definiva “giornata storica” quella della vittoria del bando di Fondazione Fiera. Oggi il presidente di Fondazione Fiera parla addirittura di “vie legali” per chiudere la figuraccia fatta dal Milan sull’attesissimo “nuovo stadio”. Figuraccia amplificata dalla stampa nazionale che lo scorso 1 febbraio si è prestata unita e compatta alla propaganda di un progetto fatto di plastica e parole. Chissà se qualcuno farà un comunicato per chiedere le dimissioni…

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