SM ESCLUSIVO/ Zaccheroni: “Bene puntare su Romagnoli. Honda va coinvolto di più. L’anno dello scudetto…”

Intervenuto telefonicamente al nostro programma “SpazioMilan – L’emozione rossonera”, in onda ogni martedì dalle 12 alle 13.40 su Top Calcio24, canale 114 del digitale terrestre, e su WingaTv, canale 63 del digitale terrestre, l’ex tecnico del Milan, Alberto Zaccheroni ha parlato di vari temi, a cominciare da Alessio RomagnoliSecondo me è un giocatore che non si discute, il giudizio verso di lui è troppo condizionato dal costo. Condivido l’investimento del Milan perchè lo scorso anno ha dimostrato di essere uno dei migliori difensori italiani ed al momento nel nostro paese difensori giovani bravi come lui non ce ne sono. Dobbiamo tornare a costruire grandi difensori, che prima di tutto sappiano marcare“.

Zaccheroni ha poi detto la sua sul collega Mihajlovic: “Ha personalità, competenza e conoscenza per guidare una squadra come il Milan che deve ripartire. L’unica cosa che mi permetto di consigliargli è che forse i giocatori non hanno molto piacere a questo suo atteggiamento molto duro, è meglio risolvere i problemi nello spogliatoio che parlarne apertamente in pubblico. Ancora deve trovare la quadratura, ma è questione di tempo perchè le qualità le ha tutte“.

Zaccheroni conosce molto be Keisuke Honda: “E’ un grandissimo professionista, ma ha una cultura diversa dalla nostra. Ha dato tanto alla nazionale giapponese e secondo me è adatto al Milan perchè ha la personalità per indossare questa maglia. Purtroppo non ha grande velocità di gamba, ma ha assist, tiro, forza fisica e per dare il meglio deve giocare tantissimi palloni, se gliene arriva uno ogni venti minuti fa fatica ad entrare nel vivo del gioco. Mi sorprendono le dichiarazioni che ha fatto, ma lui viene da un paese con una cultura molto diversa. Nel Milan serve qualcuno che si assuma le responsabilità, servono giocatori che sappiano guidare i compagni, in ogni squadra serve uno zoccolo duro, forte e possibilmente italiano, ma indubbamente con tutti questi cambi di giocatori ed allenatori non è facile“.

La conclusione è un bellissimo amarcord sull’anno dello scudetto: “Ero convinto che avremmo fatto bene, avevamo lavorato moltissimo sui dettagli. Quell’anno ebbi grande libertà nel fare la preparazione a Milanello, decisi di non fare quelle trasferte lunghissime per le amichevoli precampionato e alla fine questo fu decisivo. Devo dire grazie ai giocatori che hanno sposato la mia idea di gioco e l’hanno trasmessa a tutto lo spogliatoio. Poi certo, molto dipese anche dal crollo dalle avversarie, come la Lazio che aveva sette punti di vantaggio e pensava di aver già vinto, mentre noi eravamo lanciati. Ricordo ancora quando sbarcammo ad Udine, aprì il portellone dall’aereo e quando mi dissero che la Juve aveva battuto la Lazio, guardai negli occhi Galliani e gli dissi <Non so se vinceremo lo scudetto, ma di sicuro vinceremo tutte le prossime partite> e poi tutti sanno come è andata“.

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