Il senso dell’incomprensibile Boateng

Daniele Mariani è giornalista pubblicista da dicembre 2013. Nello staff di SpazioMilan.it fin dalla sua nascita, l’8 marzo 2011, e vicedirettore dal 2012. Lavora presso Radio Milan Inter (96.1 FM e canale 288 del DTT) in qualità di conduttore del programma “Rotocalcio”. Collabora con Mi-Tomorrow e il Giornale di Vimercate. È ospite di Top Calcio 24, Milan Channel e Calcissimo TV.

Venderlo senza rimpiangerlo, riprenderlo senza ragione. Nel nuovo Milan il vecchio purtroppo non passa di moda ma anzi è tornato prepotentemente (c’era stato dal 2010 al 2013): prima Balotelli, adesso Kevin-Prince Boateng. Wow. Si prova un certo imbarazzo sforzandosi a ragionare su il o i buoni motivi del bis, gentilmente concesso in un momento sbagliato. Se Mihajlovic ieri ha (giustamente) aggiunto un’altra bastonata alla squadra per lo scarso impegno nel riscaldamento di Genova, perché vede di buon grado l’arrivo del giocatore che nemmeno cinque mesi fa lo Schalke 04 (il quale detiene ancora il cartellino) ha messo fuori rosa con effetto immediato prima della fine del campionato proprio per scarso impegno?

Il necessario filo di ironia da usare nell’analizzare la storiella lascia ben sperare: allora non esiste pericolo di tesserarlo a gennaio. La realtà però è diversa, più rischiosa, in quanto se i rossoneri hanno detto sì all’operazione (si allenerà a Milanello fino a fine anno), già nell’aria in estate, vuol dire che ovviamente pensano al possibile acquisto nel prossimo mercato. E tecnicamente non sarebbe nemmeno una mossa da bocciare a prescindere. Il ghanese sa fare il trequartista, posizione spesso di Honda (o di Suso, forse Menez); il primo, poi, ha un anno in meno (28) del secondo; e se il giapponese porta la numero 10, allora a pensarci bene quella maglia stava (e sta) meglio sul Boa. E a Sinisa potrebbe convincere per caratteristiche: dinamico, esuberante e con un maggiore vizio del gol. Anche se l’anno scorso in Bundesliga ha segnato zero volte, registrando più ammonizioni (6) che assist (5).

In ogni caso va criticato il concetto, ormai una filosofia: il Milan è simile ad un favore, un punto di arrivo dopo aver fallito, e di questo passo i progetti vincenti rimarranno alla larga da via Aldo Rossi. Boateng porterà rare soluzioni, non risolverà profondi problemi generali. E a gennaio la speranza è quella di muoversi spendendo dei soldi, probabilmente di Mr. Bee se arriverà la firma, per un vero centrocampista di qualità e soprattutto futuro. A rischio per il nostro Diavolo.

Twitter: @Nene_Mariani

Impostazioni privacy