Quando cambiare spesso ruolo non è sempre il massimo

Ormai è pressoché certo, sabato sera, nell’anticipo dell’ottava giornata in cui il Milan farà visita al Torino di Giampiero Ventura, si cambia. Sinisa Mihajlovic, che fino a questo momento ha sempre puntato sul 4-3-1-2, cercherà di apportare qualche piccolo accorgimento, sia di modulo che di interpreti, per permettere alla squadra di esprimersi al meglio. In un primo momento tutto sembrava portare al 4-4-2, sistema di gioco più equilibrato e coperto e caldeggiato dai vertici alti della società. Ora, invece, tutto sembra portare al 4-3-3 che poi è il modulo con cui il tecnico serbo ha impostato la sua Sampdoria nella passata stagione. Un calciatore imprescindibile per questo Milan, con qualsiasi modulo si giochi, sembra essere Giacomo Bonaventura.

L’ex giocatore dell’Atalanta resta senza ombra di dubbio l’elemento più duttile dell’intera rosa a disposizione di Mihajlovic e la sua capacità di ricoprire, e anche bene, più ruoli dal centrocampo in su, rappresenta una vera e propria manna dal cielo per gli allenatori. Lo è stato l’anno scorso per Inzaghi che lo ha impiegato da trequartista, da esterno offensivo nel 4-3-3 e nel 4-2-3-1 e da mezzala. Quattro posizioni in campo diverse che Jack Bonaventura ha ricoperto sempre in maniera efficiente ed efficace. Stesso discorso vale in questa stagione con il nuovo allenatore. L’ex tecnico di Bologna e Catania, tra le altre, lo ha già utilizzato da mezzala e da trequartista ed ora sembra intenzionato ad affidargli la fascia sinistra dell’attacco a tre.

Una duttilità ed un pregio raro per tanti calciatori che però a lungo andare potrebbe trasformarsi in un limite, un’arma a doppio taglio, per lo stesso Bonaventura. Bravo ovunque, ma eccellente in nulla. Potrebbe rivelarsi questo il vero problema per il centrocampista offensivo rossonero che, in questo modo, rischia di ritrovarsi in mezzo ad una confusione permanente. Cambiare tanti ruoli ti fa sentire importante e titolare sempre, ma non ti permette di fare un definitivo salto di qualità che serva da trampolino di lancio per la tua carriera. Tenendoci stretto uno come Jack, quindi, avanziamo solo questa piccola perplessità che, molto probabilmente, si annida anche nei pensieri dello stesso jolly rossonero.

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