CHIAVE TATTICA/ L’impostazione della mediana migliora, ma…

Ancora un passo falso per il Milan che, all’Olimpico di Torino, non riesce ad andare oltre l’uno a uno. In campo con un 4-3-3 in grado di scomporsi in un 4-4-1-1, sotto l’aspetto tattico, i rossoneri partono bene, tanto da evidenziare miglioramenti in fase di interdizione e da fare in modo che i granata (ieri sera autori di una prova tutt’altro che eccezionale) fatichino a sfondare. Merito di Bonaventura, che alterna al meglio le due fasi, si muove con intelligenza tra le linee e conduce bene le azioni di rimessa, e di Kucka e Montolivo, che interdicono in maniera nel complesso accettabile e si aggiudicano un discreto numero di contrasti.

Purtroppo, però, Mihajlovic si intestardisce nel tenere in panchina Nigel De Jong, incontrista efficace e carismatico, per fare posto a un Bertolacci che, pur firmando un assist vincente, disputa una prova non convincente e dimostra di non essere in grado di assicurare stabilità a lungo termine. Ma non finisce qui. Il tecnico serbo ha il demerito di presentare dal primo minuto l’inconcludente Alessio Cerci, che sulla fascia risulta a dir poco evanescente, e il fragile Luiz Adriano, che soffre la fisicità avversaria e che non sa tenere palla, garantire profondità e fare salire la squadra che, in questo modo, fatica a rendersi pericolosa in fase offensiva.

Tra l’altro, Sinisa non riesce nemmeno a leggere con intelligenza lo sviluppo dell’incontro, tanto da effettuare cambi tardivi, da non irrobustire il centrocampo, dopo il gol del momentaneo vantaggio, e da non fare nulla per evitare che il Torino pareggi. Insomma, malgrado l’interdizione di partenza migliori, l’assetto tattico rossonero non è ancora all’altezza della situazione. Certo, rispetto alle prime sette uscite, c’è stato qualche miglioramento. La strada verso una ripresa, tuttavia, è ancora lunga e impervia.

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