Sempre presente in conferenza, meno in campo: il caso di De Jong

Nigel De Jong rappresenta forse il caso più complicato di questo Milan. In estate il suo rinnovo è stato oggetto di discussione e alla fine, anche su precisa richiesta di Mihajlovic, l’olandese è rimasto con entusiasmo ed ergendosi come uno dei leader di questo gruppo giovane e con molti volti nuovi.

In campo però l’avventura dell’ex Ajax è stata tribolata. Aveva iniziato titolare nelle prime gare, salvo poi sedersi alla terza nel derby, gara in cui Sinisa gli preferì Montolivo. Proprio la convivenza con il capitano rossonero sembra l’ostacolo tecnico principale. A Udine e contro il Genoa i due hanno giocato insieme con De Jong provato come mezz’ala destra. Luci e ombre, De Jong è sembrato fuori posizione e con il cambio di modulo e il passaggio al 4-3-3 non ha più trovato spazio. Anche per una crescita dei tre centrocampisti, in questo momento Montolivo, Betrtolacci e Kucka sembrano aver trovato la sintonia e l’alchimia giusta che sarebbe azzardato cambiarli. Certo il dinamismo di De Jong non va dimenticato, lui si sta comportando da professionista e sicuramente non farà mancare il suo apporto alla squadra. In aggiunta a tutto questo stona un po’ la sua presenza in conferenza stampa prima di ogni gara, al fianco dell’allenatore. Al microfono non è mai mancato, tra i titolari più di una volta si, uno scenario inaspettato in estate ma al momento gli equilibri tecnici e tattici non vanno modificati.

Probabilmente i passaggio al 4-4-2 garantirà più minuti a Nigel, perfetto per affiancare un regista di qualità e proteggere la difesa, diventando praticamente il terzo centrale in fase di non possesso. Per il momento però la sua carica sarà trasmessa i compagni solo dalla panchina, in attesa che Miha lo consideri non solo a Milanello come suo fedele braccio destro nelle dichiarazioni.

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